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La rabbia dei residenti: è una persecuzione

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dall'inviatoRIANO «Mio fratello il 30 dicembre ha avuto un infarto. Questa non è più vita». Felice è sdraiato per terra assieme a un'altra ventina di residenti. Difende la propria casa. Lui abita a Valle Braccia. Uno dei borghetti di Riano sequestrati dalla Forestale nel dicembre 2008. Ieri era a Colle del Drago, in via Codette, assieme agli altri residenti, per scongiurare il primo sgombero della Forestale. Queste famiglie negli ultimi giorni erano pure arrivate a pensare che non si sarebbe arrivati a questo punto. Quello di ieri mattina è stato un fulmine a ciel sereno. Giorgio non ce la fa più: «Io mi sveglio alle due di notte, alle tre, alle quattro. Aspetto la mattina con la paura di vedere la Forestale davanti a casa. Per fortuna che in famiglia abbiamo un invalido. Forse così riusciremo a scampare allo sgombero». Chi ha scelto di venire a vivere qui lo ha fatto per allontanarsi dal caos cittadino. «Perché non hanno avuto niente da eccepire quando costruivano le case? - si chiede Veronica - e i 74 notai che hanno rogitato gli atti? Intimarci lo sgombero senza aspettare il processo è un accanimento che non capisco». Rosa vive a Riano dal 2003 col marito e due figli: «Essere accusati di un reato ambientale è veramente la beffa, avevamo pure chiesto di partecipare a un bando regionale per installare l'energia fotovoltaica». Fabrizio si è sentito male, soffre d'ansia e ieri mattina è svenuto: «Ho chiesto alla Forestale che chiamassero l'ambulanza. Mi hanno risposto che stavo bene». Non appena che i forestali se ne sono andati una delegazione di residenti è subito corsa in Comune per avere rassicurazioni dal sindaco. Il primo cittadino Nicola Regano, però, sostiene di avere le mani legate: «Abbiamo instituito una commissione per valutare i possibili interventi per risolvere la situazione. Ma ci hanno sequestrato i documenti e non possiamo lavorare». Dar. Mar.

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