Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Gay picchiati, 7 anni a "Svastichella"

Aggressione a due ragazzi gay, arrestato Alessandro Sardelli detto

  • a
  • a
  • a

«Non ho nulla contro gli omosessuali, quel giorno sono stato provocato e mi sono difeso». Non ha creduto a una sola parola il giudice che ieri ha deciso di condannare a sette anni di galera Alessandro Sardelli, conosciuto come «Svastichella», per aver aggredito due giovani gay l'estate scorsa. Una sentenza che è arrivata a distanza di cinque mesi dal ferimento di Dino e Giuseppe, due amici presi a colpi di bottiglia dall'imputato davanti al Gay Village, all'Eur, la notte tra il 21 e il 22 agosto. Per il gup Rosalba Liso, «Svastichella» è «socialmente pericoloso e potrebbe commettere reati della stessa fattispecie». Alessandro Sardelli, detenuto nel carcere di Regina Coeli dallo scorso 25 agosto, ieri era presente in aula quando ha sentito il verdetto: lì c'erano anche il padre e altri familiari. Il difensore dell'imputato non ha esitato ad annunciare appello contro la sentenza: «È una condanna che appare eccessiva se si tiene conto della scelta del rito abbreviato e la seminfermità mentale dell'imputato». A quest'ultimo sono stati contestati i reati di tentato omicidio (per aver ferito al torace un ragazzo e averne colpito un altro alla testa), lesioni gravi e porto d'arma bianca. Non solo. Il giudice ha inoltre stabilito l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, al risarcimento delle parti civili e ha disposto il pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva nei confronti di Dino (10 mila euro) e per Giuseppe (duemila euro). Il gup Liso ha dunque emesso una pesante sentenza contro Sardelli, accogliendo quasi comopletamente la richiesta del pubblico ministero Pietro Pollidori: dieci anni di galera. Soddisfazione per l'esito della sentenza è stata espressa, tra l'altro, da Fabrizio Marrazzo, presidente dell'associazione di rappresentanza dei gay della Capitale: «È stata fatta giustizia, anche perché l'Arcigay, per la prima volta, è stata ammessa come parte civile in un procedimento. «Penso che sia una sentenza severa e giusta, sono soddisfatto e ringrazio la magistratura che ha concluso in maniera positiva questa vicenda - ha detto il sindaco Alemanno - il mio auspicio è, adesso, quello che a questa sentenza segua la certezza della pena». E infine anche il ministro Carfagna ha commentato il verdetto: «Una condanna dura e giustissima. È importante che questa sentenza sia arrivata presto perché sono certa che servirà a fermare qualunque tentativo di emulazione».

Dai blog