"Svastichella" condannato a 7 anni
Colpevole dei reati di tentato omicidio, lesioni e porto abusivo di arma. Per queste accuse è stato condannato a 7 anni di carcere Alessandro Sardelli, che la sera del 22 agosto scorso, a Roma, aggredì due omosessuali, accoltellandone uno, nei pressi del Gay Village. La sentenza è stata emessa dal gup Rosalba Liso. Il pm Pietro Pollidori aveva chiesto una pena a 10 anni. Il giudice ha riconosciuto una provvisionale per i due gay feriti e per l'Arcigay, che si era costituita parte civile, mentre i risarcimenti saranno da stabilire in sede civile. Fabrizio Marrazzo, presidente dell'associazione, avrà un euro. "E' la cifra simbolica che avevamo chiesto. E' la prima volta che la nostra associazione, in Italia, viene riconosciuta come parte lesa. Oggi la giustizia ha compiuto un passo in avanti, che ancora le leggi, in termini di difesa dei diritti omosessuali, non hanno compiuto". Sardelli è stato ritenuto dal perito nominato dal giudice, semi infermo di mente ma capace di stare in giudizio. "Il soggetto, che ha 40 anni, dall'età di 15 è tossicodipendente - ha spiegato il professor Francesco Raimondo - E' una persona che regolarmente assume psicofarmaci e abusa di alcool. L'aggressione è maturata in questo quadro". L'esperto nominato dal giudice ha comunque spiegato che Sardelli è "pericoloso per sè e per gli altri". Altra perizia, nel maggio 2009, aveva riconosciuto Sardelli come paranoico, con personalità borderline e affetto da mania di persecuzione. "Sia sua madre che suo fratello - aveva già spiegato l'avvocato Radi - sono schizofrenici. Non ha mai svolto attività politica.Il soprannome di "Svastichella" è dovuto alla prima media ed alla abitudine di disegnare simboli politici. Ma non ne conosce e forse non ne ha mai conosciuto il significato. In ragione della semi infermità di mente, ribadito anche in questo procedimento - ha continuato il penalista - pensavo che la pena sarebbe stata più tenue. Attenderò le motivazioni e poi proporrò appello. I giudici di seconda istanza potranno rivedere questa decisione". L'avvocato Radi, rispetto al merito delle contestazioni al suo assistito, ha spiegato: "Agli atti c'è una testimonianza che riconosce un'altra persona ad avere in mano il coltello. Arma che tra l'altro non è mai stata neanche trovata". Il legale dell'Arcigay, l'avvocato Daniele Stoppello, ha detto: "E' la prima volta che la nostra associazione viene riconosciuta come parte civile. E' stato riconosciuto un danno diretto e immediato. Quella fornita dal giudice oggi è stata una risposta al legislatore che non ha saputo approvare neanche l'aggravante per i reati di omofobia. Possiamo dire che oggi è stata fatta giustizia, e lo si è fatto in modo celere e corretto".