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Malagrotta, la carica dei 50 mila

Malagrotta

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Non spunteranno una data certa per la chiusura della discarica più grande d'Europa e neanche un sito alternativo, perché «in questo periodo di vacatio manca il ruolo politico della Regione». Ma vogliono almeno «un monitoraggio ambientale vero» perché adesso «sono i controllati a fare i controllori», ecco perché stamattina torneranno alla carica i comitati Malagrotta, Pisana '64, Bravetta, Massimina e Ponte Galeria, 50 mila residenti che vivono l'emergenza ambientale della (ex) bellissima Valle Galeria, una zona ancora in espansione, con una vasta urbanizzazione in corso. Al fianco del leader, Sergio Apollonio, ci saranno il ricercatore ambientale dei comitati Salvatore Damante, Maurizio Melandri, Italo Allegrini, Lucia D'Alessio, Angela Sarzi, solo per citarne alcuni, che saranno ascoltati in commissione Ambiente del Comune di Roma nella seduta straordinaria presieduta e convocata da Andrea De Priamo, che ha anche assicurato la presenza dell'assessore De Lillo. «La speranza è l'ultima a morire - dice il pesidente dei comitati di Malagrotta Sergio Apollonio - e noi contiamo ancora di poter arrivare ad una decisione che non rimetta tutto nelle mani del potentato privato che da sempre detta la politica dei rifiuti a Roma e nel Lazio». Si punta a ottenere comunicazioni soddisfacenti con «l'indicazione ferma di una data ultima e definitiva per la chiusura della megadiscarica dopo 5 anni di proroghe impotenti». E «al monitoraggio ambientale da parte di un ente terzo». E visto che in commissione ci saranno pure i principali organi per il controllo sull'inquinamento «Arpa, Cnr, Iss, Ispra, Enea, Ispsl» anticipa con soddisfazione Apollonio, i comitati sono convinti che sia la volta buona per «per porre fine alla farsa del controllato che veste anche i panni del controllore». «L'esigenza prioritaria - uno dei 10 punti del documento concordato dai comitati l'altro ieri - è l'istituzione di un rapido coordinamento operativo fra le principali agenzie di ricerca e monitoraggio ambientale della Capitale, con la creazione di un'"antenna" a Malagrotta. I livelli di inquinamento delle acque superficiali, delle acque sotterranee, del terreno e dell'aria sono infatti riconosciuti in maniera pressoché unanime (le divergenze riguardano le fonti dell'inquinamento) e suscitano grande e crescente preoccupazione».

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