Nuova vita per l'Aurelia
Come spesso accade, un'immagine conta più di mille parole. Ecco allora che la grande rotatoria con giardino, le strade a due corsie per senso di marcia e due palazzi a torre, quasi ad accogliere chi viene da fuori, rappresentano l'accesso nord di Madrid. Una vera e propria «porta» di accoglienza. Di seguito l'immagine della via Aurelia, dall'altezza del Raccordo fino a piazza Irnerio, ovvero l'ingresso a nord ovest nella Capitale che porta direttamente alla città del Vaticano. Una brutta lingua di asfalto senza verde, senza strisce pedonali, con una segnaletica stradale che invece di garantire la sicurezza degli automobilisti o dei pedoni, finisce per ostacolarla. Diversi infatti i bandoni pubblicitari che oscurano la visuale in punti critici. Basti pensare che in solo 4,5 chilometri della via Aurelia avvengono circa 200 incidenti l'anno. Una lingua d'asfalto infernale, insomma e senza grandi alternative. A presentare in Campidoglio lo studio sulle criticità della consolare, che «vanta» il quarto posto per traffico e il settimo per incidenti, e un pogetto per un restyling completo, gli ingengeri Pietro Lorenzetti e Marco Martens. L'idea parte da lontano, e non è nuova. «Già nel 1655 chi veniva dalla via Flaminia aveva l'accesso in città dalla porta di piazza del Popolo», ricordano gli ingegneri. Senza arrivare a tanto, tuttavia, la via Aurelia, nel suo tratto urbano necessità di lavori di ristrutturazione e riorganizzazione della viabilità, per fare in modo non solo di rendere più vivibili i quartieri che ne sono serviti, con la realizzazione ad esempio di aree verdi, fermate dei mezzi pubblici, pista ciclabile e di garantire una viabilità più scorrevole e sicura. Tra gli interventi progettati quello, prioritario, di «collegare» l'Aurelia alle sue parallele, in modo da creare uno «sfogo» diverso alla viabilità. Ad oggi, infatti la consolare corre praticamente isolata rispetto a via Gregorio XI, Valle Aurelia e via Boccea. Creare dei collegamenti viari tra queste tre strade parallele, significherebbe dare un'alternativa al traffico. Previsti poi diversi interventi per la realizzazione di rotatorie, nuove fermate dei mezzi pubblici, compresa la ferrovia Fr5, segnaletica intelligente. Il totale dei progetti proposti si realizzerebbe con poco meno di nove milioni di euro. Solo per fare alcuni esempi: il nodo di via dell'Acquafredda si può rendere più scorrevole e fruibile con la realizzazione di due sistemi di rotatorie e prevedendo due corsie di carreggiata. Il costo dell'intevento è di circa 600 mila euro. Per quanto riguarda il nodo della mobilità della Stazione Aurelia si prevede il raddoppio della carreggiata e due rotatorie a supporto della viabilità, per un costo di 500 mila euro; raddoppio del cavalcavia tra via di Villa Troili e via dei Casali Santovetti (3 milioni di euro) e la realizzazione del nodo di piazza Tommaso Perassi con l'Aurelia Antica. Qui, per 800 mila euro si possono realizzare una rotatoria, il ricollocamento dei distributori di carburante e un nuovo parcheggio. I progetti illustrati sono già parte integrante del piano della mobilità sostenibile. Ora sono stati meglio sviluppati. Non resta insomma che trovare i fondi e partire per una nuova «porta» di Roma.