A Torvajanica la prima prigione
Il caso della scomparsa, nel 1983, di Emanuela Orlandi, potrebbe essere a un punto di svolta. Secondo le ultime rivelazioni fatte da Sabrina Minardi, all’epoca compagna del boss della Banda della Magliana Renatino De Pedis, al procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo, la prima prigione della Orlandi sarebbe stato un appartamento a Torvajanica, in via Rumenia, al primo piano di un palazzetto grigio a due passi dal lungomare. L’abitazione, casa di villeggiatura dei genitori della Minardi, avrebbe ospitato la Orlandi per circa tre settimane, all’inizio dell’estate, prima che i coniugi Minardi vi si trasferissero per le vacanze. A prendersi cura della ragazza, sempre secondo il racconto fatto agli inquirenti dalla Minardi, sarebbe stata Adelaide, una parente di De Pedis, oggi defunta. I racconti della donna si sovrappongono in questo noir a quelli di una compagna di corso di Emanuela, Raffaella, che ricordò di averla vista per l’ultima volta il 22 giugno, ultimo giorno di lezione al Conservatorio, quando le disse, uscendo di fretta dall’istituto: «Vado di fretta, scappo. Ho un incontro di lavoro». Da quel giorno non si ebbero più notizie della giovane. È sempre la Minardi a ricordare che proprio in quei giorni - era insieme a De Pedis - incontrarono al laghetto dell’Eur il guardiaspalle di Renatino, un certo Sergio detto «il pugile». Lì avvenne la consegna. I due caricarono in auto Emanuela Orlandi, destinazione, forse, proprio Torvajanica. I flashback della Minardi continuano. Ricorda che l’ostaggio, quando i genitori si trasferirono nell’appartamento di via Rumenia per le vacanze, dopo il 10 di luglio, fu trasferita a Monteverde, in via Pignatelli, in un appartamento che fungeva da covo e nascondiglio della Banda della Magliana. L’ex di De Pedis vedrà la Orlandi, viva, in un’altra occasione, alle Mura Aurelie, alla pompa di benzina. Nei ricordi della Minardi c’è poi un salto temporale di circa un anno. La testimone rammenta un pranzo, forse nei primi giorni del 1984, avvenuto proprio a Torvajanica nel ristorante «Pippo l’abruzzese». De Pedis aveva un appuntamento con «il pugile». Fu in quell’occasione, probabilmente, che De Pedis pensò di liberarsi del corpo della Orlandi. La Minardi racconta che dal bagagliaio dell’auto del pugile furono tirati fuori due grossi sacchi neri, che vennero poi lasciati cadere in una betoniera parcheggiata lì sul lungomare, a due passi dal ristorante. L’altro sacco conteneva forse il corpo di Mirella De Gregori, una ragazza sparita pochi giorni prima di Emanuela. Sarà un caso, ma sia il ristorante sia la betoniera, si trovavano a pochi metri dall’incrocio con via Rumenia.