Motore ancora sotto sequesto

Quarto giorno consecutivo di protesta per i circa 400 lavoratori dell'Ams (Alitalia maintenance system Spa) che giovedì scorso hanno sequestrato un motore Cfm 56 per Airbus (che doveva essere spedito in Svizzera per una revisione) nell'area tecnica dell'aeroporto di Fiumicino. In attesa che venga fissata la data di un incontro con i vertici di Alitalia e il Governo, anche ieri le tute verdi hanno deciso di andare avanti la lotta per la salvaguardia del posto di lavoro, con turni di giorno e di notte. A spingere i dipendenti dell'azienda che si occupa di manutenzione di motori (gran parte in cassa integrazione da oltre un anno e mezzo) a questa singolare forma di protesta, è stata la notizia che un reattore sarebbe stato inviato in Svizzera per una revisione. Il secondo. Già lo scorso 27 dicembre, un primo motore era stato spedito fuori l'Italia. I lavoratori hanno quindi pensato alla possibilità che il polo manutentivo di Fiumicino potesse essere delocalizzato, non fidandosi più delle rassicurazioni da parte di Alitalia e Governo fatte lo scorso 3 dicembre in un incontro a Palazzo Chigi. La Ams è l'ultima azienda messa in vendita nel quadro delle cessioni dell'amministrazione straordinaria della vecchia Alitalia, che detiene la maggioranza del pacchetto azionario (il 60%, contro il restante 40 in possesso della Lufthansa Technik). Per ora l'unica proposta di acquisizione è arrivata da parte della società «Iniziativa prima» di Maurizio Tucci. L'imprenditore era presente anch'egli a Palazzo Chigi insieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, l'amministratore delegato di Alitalia, Rocco Sabelli, e il commissario straordinario dell'Alitalia, Augusto Fantozzi, per chiarire la situazione dell'azienda. In quell'occasione la Cai aveva rassicurato i sindacati che la Ams avrebbe avuto l'esclusiva sulla manutenzione dei motori e che ci sarebbe stato un investimento da parte della nuova Alitalia del 10%. Sul caso è intervenuto anche l'amministratore di Ams, Maurizio Paolo Bianchi, che ha fatto «appello al senso di responsabilità di tutti i dipendenti e dei rappresentanti sindacali affinché vengano poste in essere forme di protesta, nella complessa vicenda che coinvolge la società, rispettose delle leggi». I lavoratori hanno fatto sapere che andranno avanti con questa «protesta pacifica sempre in osservanza della legalità». Prosegue, intanto, la catena di solidarietà nei confronti dei dipendenti Ams. Oltre alle parole di sostegno dei politici locali e di quelli regionali, anche i dipendenti dell'Alitalia hanno dato loro aiuto, portando il pasto a coloro che piantonavano il motore.