«Le parole sono importanti» è uno dei motti del regista-guru del centrosinistra.
Inquesto inizio di campagna elettorale, con il Pdl schierato e agguerrito e il Pd ancora in alto mare, gli occhi sono puntati sul partito di centro che, almeno secondo i sondaggi, sarà determinante. Con chi si schiererà il movimento di Casini alle Regionali del 28 marzo? L'interrogativo è diventato più stringente dell'ontologico «essere o non essere» shakespeariano. Se le parole sono importanti, in questo momento diventano decisive. Sono giorni che gli esponenti del Pdl, con il sindaco Alemanno in testa, ripetono due formule magiche: quoziente familiare e fuori la politica dalle Asl. Due cavalli di battaglia dell'Udc. Sono stati i centristi a proporre una tassazione più leggera per le famiglie numerose e a lanciare l'idea che i manager delle aziende sanitarie siano scelti da una commissione di tecnici e non dai partiti. Probabilmente tra pochi giorni il centrodestra parlerà del taglio delle Asl, altro obiettivo dell'Udc. Ovviamente il Pd non sta a guardare e va in scia. Non è un caso che ai vertici della coalizione siano state bandite le tradizionali parole di sinistra. Unica ammessa (a dirla tutta più fuori che dentro le stanze dei bottoni): primarie. L'Udc farà la sua scelta. C'è da scommettere che un minuto dopo il partito rifiutato dai centristi cambierà vocabolario. L'insostenibile leggerezza della politica.