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Il bandito muto armato di «pizzini»

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Nellamemorabile scena della rapina di «Prendi i soldi e scappa», Woody Allen alias Virgil ci prova in banca. Ma il colpo si trasforma in un dibattito fra l'aspirante bandito e quattro impiegati sul testo del biglietto che mostrava. «Vi tengo sotto giro...», legge uno dei bancari. «No, è tiro, tiro...», corregge il protagonista. Il dislessico Paolo Villaggio in «Fracchia, la belva umana» si ferma all'enunciazione delle prime due lettere della parola-chiave: «Ra...». E, come nel gioco «indovina il film», viene aiutato dai clienti della banca che gli suggeriscono il resto: «Ra...dio, ra...na, ra...cchetta, ra...mazza, ra...pa, ra...pona, ra...petta, ra...puccia...». Lui, invece, non faceva errori di grammatica. Esibiva un foglietto con su scritto: «Ho una pistola in tasca, dammi tutti i soldi dalla cassa, stai calma, andrà tutto bene, fai veloce. Grazie». Lo consegnava senza aprire bocca alla cassiera del supermercato e si dileguava con il bottino. La fruttuosa attività criminale del «rapinatore muto», così è stato ribattezzato, è stata stroncata dai carabinieri del Nucleo Radiomobile diretti dal tenente colonnello Mauro Conte. L'uomo, un torinese di 43 anni residente da qualche mese nella Capitale, dal 29 dicembre al 2 gennaio ha preso di mira i supermarket dell'Eur. È accusato di sei rapine. Ma, secondo gli investigatori, potrebbe essere responsabile anche di altre, portate a termine nella stessa zona con lo stesso modus operandi. Ed è stato proprio il dettaglio del «pizzino» minaccioso fatto vedere alla cassiera dopo aver fatto la spesa e senza dire una parola o impugnare armi per non allarmare i presenti a mettere sulla buona strada i carabinieri, aiutati anche dalle immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso dei centri commerciali. E dal fatto che, in una circostanza, un testimone si è appuntato i primi numeri di targa della moto in sella alla quale il bandito stava fuggendo. Il predone seriale non era violento, non diffondeva il panico tra i clienti e gli impiegati dei supermercati che «visitava» e intascava di volta in volta fra i 250 e i 2500 euro. Quindi spariva, quasi sempre a piedi, facendo perdere le sue tracce. I carabinieri, però, gli stavano già col fiato sul collo. Il due gennaio, data dell'ultimo colpo portato a termine, con un bottino di 700 euro, l'uomo ha commesso l'errore di farsi sorprendere mentre inforcava una motocicletta, chiesta in prestito a un ignaro conoscente. Ventiquatt'ore più tardi i militari sono andati a trovarlo a casa, dove hanno sequestrato parte della refurtiva (poca roba, perché aveva già speso quasi tutto il maltolto) e alcuni fogliettini già pronti per i colpi silenziosi nei market dell'Eur. Ma per quale motivo il quarantatreenne piemontese, del tutto incensurato, si era messo a delinquere? I carabinieri ritengono che sia avvenuto per ripianare i suoi ingenti debiti di gioco. È una loro deduzione investigativa, perché lui, naturalmente, è rimasto muto. Come al solito.

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