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Nei guai il pirata di Capodanno

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San Cesareo, pirata della strada investe e uccide un romeno a Capodanno

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Denunciato il pirata della strada di San Cesareo, che a Capodanno ha travolto e ucciso un romeno di 41 anni sulla strada comunale di via Gallicano, ritrovato l'altro ieri nel fosso ai lati del percorso dai carabinieri di San Cesareo dopo la segnalazione di una passante. L'automobilista è un italiano di 44 anni, incensurato, del posto, a pochi chilometri di distanza dal luogo dell'investimento. La macchina killer è una Panda. Il tizio si era presentato in caserma la mattina del 1° gennaio, un giorno prima del ritrovamento del cadavere. Ai militari aveva consegnato un foglio dove di suo pugno aveva raccontato la vicenda, che però alla luce della scoperta successiva è sembrata ai limiti del verosimile. Il conducente ha scritto di aver urtato un pedone che camminava ai lati della strada con uno degli specchietti retrovisori della vettura. Senza però uccidere il poveretto, dal momento che era stato soccorso dagli automobilisti dietro la Panda, e che era stato portato in ospedale in ambulanza, senza però che lui l'avesse chiamata o vista arrivare. I carabinieri hanno preso nota cercando di verificare il fatto. Hanno telefonato ai pronti soccorso degli ospedali, hanno battuto la zona. Ma niente.   Il giorno dopo, nel primo pomeriggio, mentre gli accertamenti sono in corso, in caserma si presenta una donna dicendo di aver trovato una scarpa ai lati di via Gallicano, pensando al peggio. I carabinieri corrono sul posto: associare il racconto del primo con la segnalazione del secondo è stato un attimo. I militari controllano il terreno ai lati della strada, la vegetazione è fitta, scorgere qualcuno lì in mezzo è quasi impossibile, e poco dopo trovano il cadavere del pedone, il romeno di 41 anni. Arriva anche l'ambulanza del 118. Il medico ispeziona il corpo: gli ematomi sono diffusi, segno di fratture multiple, il decesso risale alle ultime 48 ore. Sull'asfalto si cerca meglio. In via Gallicano sono al lavoro anche i carabinieri delle Compagnie di Frascati e Palestrina, coordinati dal colonnello Rosario Castello che riferisce gli sviluppi dell'indagine alla magistratura di Tivoli. Trovano il frammento di un parafango. Corrono a casa dell'automobilista, verificano: il pezzo è compatibile. Forse il conducente ha raccontato una mezza verità, o forse i ricordi non erano così lucidi da riferire una dinamica dei fatti che filasse con l'incidente realmente accaduto, spiegando così i traumi sul corpo del poveretto e i pezzi di carrozzeria.   L'automobilista è stato denunciato per omicidio colposo e omissione di soccorso. Essersi presentato spontaneamente in caserma gli ha evitato la galera. La salma è al policlinico di Tor Vergata a disposizione dell'autorità giudiziaria. L'autopsia confermererà l'ora della morte, confermando o smentendo la versione dell'automobilista.  

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