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L'eurodeputato Sassoli «In quel centro manca l'assistenza sanitaria»

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Eppuregli ospiti di quel centro hanno patologie gravi: malaria, Hiv, febbri di varia natura». A lanciare l'allarme è l'eurodeputato del Partito democratico David Sassoli, che ieri ha visitato il Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria insieme al senatore Pd Roberto Di Giovan Paolo e al deputato Pd Massimo Pompili. Onorevole Sassoli, che situazione avete trovato? «Una situazione molto complicata. L'assistenza sanitaria dovrebbe essere garantita, invece niente». Concorda col sindaco Alemanno quando dice che il Cie deve essere chiuso? «Il problema non è il Cie: è la legge che è sbagliata. Comporta un iter burocratico enorme. Chiudere il Cie di Ponte Galeria è un'affermazione demagogica. Che vuol dire farlo diventare un punto di transito? Già oggi lo è: lì gli stranieri irregolari devono stare al massimo 18 mesi, poi devono essere espulsi. Ma come si fa a rimpatriarli? Il Cie ospita trecento persone che provengono da Lazio, Campania, Abruzzo, Umbria, Puglia. E tutti gli altri stranieri? La questione va affrontata senza demagogia». Però una soluzione andrà pure trovata. Nella Capitale, come in tutte le metropoli europee, l'immigrazione è un problema improcrastinabile. «La soluzione va trovata in chiave europea. Mentre in Italia si discuteva su una legge inapplicabile, gli altri governi europei facevano accordi con i Paesi da cui gli immigrati provengono. Non si può identificare ed espellere un extracomunitario senza la collaborazione del Paese d'origine». Secondo lei Roma è una città sicura? «Il punto è un altro. Quali sono le politiche di contrasto alla criminalità? A nostro avviso mancano o comunque non hanno l'efficacia che dovrebbero. È questo il punto». Dan. Dim.

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