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Paolo Tomei Ex-quartieri abusivi, la riqualificazione parte dai residenti.

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Ilprovvedimento regolerà la riqualificazione di 71 periferie sorte in maniera spontanea negli anni '70 e in molti casi ancora carenti di servizi e infrastrutture. Tra queste, Borghesiana (municipio VIII), Cerquette (municipio XIX), Brozolo (XIX) e alcuni quartieri distribuiti tra la Laurentina e l'Ardeatina. Sulla base delle linee guida, nelle quali l'amministrazione comunale stabilisce un indice di cubatura pari allo 0.40, i vari Toponimi presenteranno dei progetti di auto-riqualificazione che dovranno successivamente essere approvati dal Consiglio comunale. In particolare, la delibera, oltre a stabilire l'indice di cubature all'interno dei Toponimi, stabilisce che quest'indice (fissato a 0.40) può essere aumentato fino allo 0.50 dietro pagamento da parte del privato di un contributo doppio, ovvero di una quota in più di oneri concessori che saranno impiegati per la realizzazione di servizi e infrastrutture. Tutte le opere di urbanizzazione saranno realizzate con gli oneri concessori versati dai privati che decidono di partecipare all'operazione di riqualificazione. E gli oneri saranno gestiti non dal Comune di Roma ma direttamente dai Toponimi attraverso consorzi di autorecupero. Nella delibera approvata dal Consiglio si indica come, dove e quali opere di urbanizzazione effettuare. Strade, scuole, piazze e parchi, a seconda delle necessità dei quartieri. «Questo provvedimento - ha detto il consigliere comunale Marco Di Cosimo (Pdl) - chiude la prima fase del pacchetto per le periferie approvato dalla Giunta Alemanno. E dimostra l'attenzione di questa amministrazione comunale per i quartieri periferici». Compatta sul «sì» anche l'opposizione che ha riconosciuto «l'importanza di un provvedimento che sblocca la realizzazione di opere pubbliche nelle periferie», ha sottolineato il consigliere comunale Francesco Smedile (Pd). Mentre il consigliere comunale Mirko Coratti ha rivendicato «il grande lavoro fatto dell'opposizione». «71 quartieri della periferia romana che interessano oltre 200 mila abitanti - ha spiegato Di Cosimo - e altri nuovi ambiti abusivi, hanno per la prima volta tempi certi per la loro pianificazione urbanistica, propedeutica alla realizzazione delle opere e dei servizi. La delibera, approvata all'unanimità con 41 voti, proviene da una lunga e approfondita concertazione tra cittadini e amministrazione, durante la quale il sindaco e la commissione Urbanistica hanno avuto modo, più volte, di confrontarsi con comitati di quartiere e consorzi di cittadini. Grazie al testo delle linee guida, i toponimi non solo verranno dotati delle infrastrutture primarie, ma anche di tutti quei servizi che li trasformeranno da borgate periferiche in veri e propri quartieri». «Per reperire le risorse necessarie e per risparmiare tempo e denaro per gli espropri, è stato approvato un testo che porterà, a fronte del riequilibrio delle volumetrie previste nei toponimi, la realizzazione di strade, fogne e illuminazione - ha spiegato ancora Di Cosimo - Attraverso i consorzi di cittadini, i nuovi quartieri verranno pianificati entro giugno con il contributo degli abitanti: ovvero di quegli stessi cittadini che per decenni hanno atteso regole e tempi certi, e che si sono scontrati con problemi diventati atavici. Con questa manovra le risorse finanziarie verranno reperite e saranno utilizzate per concludere la realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione e di buona parte dei servizi secondari indispensabili per la vivibilità dei diversi territori. Questa è la seconda delibera della giunta Alemanno, dopo quella sulle opere a scomputo, che conclude la prima fase del pacchetto sulle periferie romane, rilanciandone la pianificazione e il completamento». Con questa delibera continua quel piano di recupero urbanistico delle periferie iniziato nell'era Rutelli e inserito nell'Allegato C alle Controdeduzioni alla Variante delle Certezze.

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