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Pensionato s'incatena: «Mi serve casa»

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Claudio,che al suo fianco ha il figlio, non è riuscito ad ottenere una casa popolare «ho solo 8 punti e ne servono almeno 10», spiega, ma aggiunge «vivo con una pensione di 13 euro al giorno, 489 al mese, e non posso permettermi di pagare un affitto. Ma mio figlio ha diritto ad una vita diversa, non posso farlo stare in una occupazione. Vorrei almeno poter lavorare ancora». L'uomo spiega anche che ha scritto al sindaco «per spiegargli la mia situazione ma non ho ricevuto nessuna risposta» e per questo «ho deciso di venire qui - ha scritto su uno dei cartelli che espone - per non essere più un illegale solo perchè non posso permettermi una casa dove far crescere mio figlio». Claudio non vuole «elemosina ma ci serve dove vivere». «Situazioni di disagio come quella dell'uomo incatenato sotto la statua del Marco Aurelio sono spesso storie di grande difficoltà rispetto alle quali l'Amministrazione capitolina cerca di rispondere prospettando soluzioni per le diverse fragilità - commenta l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, Sveva Belviso - l'Amministrazione comunale, venuta a conoscenza del disagio dell'uomo, conosciuto dai servizi sociali già dal 2007, ha immediatamente offerto un aiuto concreto proponendo, sia per il padre che per figlio, l'accoglienza in uno dei 20 appartamenti per padri separati, per la durata di un anno con possibilità di rinnovo. Purtroppo - aggiunge la Belviso - ci è dispiaciuto constatare che questa offerta è stata rifiutata con la sola richiesta di avere una casa popolare. Ogni buona Amministrazione ha il dovere di offrire, in caso di bisogno, un sostegno reale a tutti i cittadini in difficoltà ma il presupposto fondamentale affinchè ciò avvenga è che chi è in disagio voglia farsi aiutare».

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