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Acquisti scoraggiati dai saldi in arrivo

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DamianaVerucci Sulla tavola imbandita a festa non è mancato nulla: salmone, spumante, formaggi e frutta fresca, i romani per questo Natale hanno speso tra il 5 e il 10% in più, secondo la Confcommercio, rispetto allo scorso anno. Meno bene sono andati i classici cesti natalizi sostituiti, tuttavia, egregiamente, da prodotti tipici e particolari, come aceto, olii regionali e formaggi stagionati, da scartare sotto l'albero. Il settore alimentare traccia così un bilancio positivo ed è in pratica tra i pochissimi fortunati a poter gioire in un clima di ristrettezze economiche. Lo stesso non può fare la ristorazione che tra prenotazioni dei tavoli e disdette dell'ultimo minuto si dichiara «moderatamente soddisfatta», ma non nasconde che «ci si aspettava molto di più» e il commercio, che accusa il colpo con cali delle vendite tra il 20 e il 30% causati, a detta della Confesercenti, dai saldi al via sabato prossimo. Una Caporetto per il comparto tutto sommato attesa: non a caso le associazioni dei commercianti avevano chiesto con forza alla Regione di posticipare la data delle svendite, senza però poter alla fine cantare vittoria. Il danno è fatto e i negozianti fanno conti amari: «Nel settore abbigliamento abbiamo registrato perdite fino al 30% sul Natale 2008 – spiega Valter Giammaria, Presidente della Confesercenti provinciale - A pagare il prezzo più alto sono stati i commercianti della fascia del "prodotto medio" mentre sono andati meglio i negozietti dei piccoli regali e alcune grandi firme che però hanno iniziato saldi nascosti già a metà dicembre». Scontato l'atteggiamento dei consumatori nei giorni immediatamente precedenti al 25 dicembre: guardo la vetrina, individuo il prodotto che mi piace e ripasso a saldi iniziati. A salvarsi quasi unicamente i negozi di elettronica, in prima fila le grande catene, che hanno visto impennare le vendite di televisori ultimo modello, decoder ed elettrodomestici vari, insieme a palmari, computer portatili e console per i giochi. Buono il bilancio anche dei mercatini di Natale per un acquisto a consumatore che non ha superato i 30 euro di media. Le previsioni sono state decisamente migliori della realtà per il settore ristorazione. La Fipe-Confcommercio parla di un incremento del 2% sul 2008 reso possibile, però, quasi esclusivamente dall'aumento dei turisti. Mentre per la Confesercenti il calo delle prenotazioni per il pranzo di Natale fuori casa si attesta attorno al 15-20% e riserva un altro duro colpo al settore già provato quest'anno dalla crisi di liquidità delle famiglie. Dicevamo inizialmente del settore alimentari. Secondo la Cia (Confederazione italiana agricoltori), le famiglie avrebbero indirizzato i loro acquisti verso prodotti enogastronomici più abbordabili senza però rinunciare alla qualità del made in Italy. Preferendo la grande distribuzione alla piccola, seguita dai negozi tradizionali, mercatini locali e spesa su Internet. Si segnala anche un buon recupero degli spumanti (2% in più dell'anno scorso). A proposito di mercati, si registra una leggera ripresa delle vendite, come del resto prevista nei giorni scorsi da Franco Gioacchini presidente dell'Upvad-Confcommercio. La ripresa si segnala soprattutto per frutta e verdura nonostante, complici le gelate delle ultime settimane si siano registrati prezzi in aumento per prodotti tipici delle feste come carciofi e mandarini, e per la carne che segna tra il +2 e il +5%.

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