Slot truccate per frodare il fisco
PaoloTomei Centocinque slot machines illegali sequestrate e dieci persone denunciate, tra rappresentanti legali delle società che gestivano gli apparecchi da gioco. È questo il bilancio dell'operazione denominata «Las Vegas», condotta dal comando provinciale della Guardia di finanza di Roma in collaborazione con l'ufficio regionale dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. Sofisticate e accurate indagini hanno permesso di scoprire un ingegnoso sistema di frode che consentiva di nascondere parte degli incassi evadendo, di conseguenza, il relativo prelievo erariale unico (preu) da versare per legge all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. Nonostante il controllo formale delle macchine da gioco risultasse regolare, poichè erano munite degli appositi titoli autorizzativi ed erano collegate alla rete telematica dei Monopoli, come prescritto, i dati comunicati via telematica erano, invece, completamente falsi. All'interno delle slot machines, infatti, era stato installato un chip che filtrava il contatore degli incassi dell'apparecchio - sui quali viene calcolato il prelievo fiscale - inviando alla rete telematica i dati «ritoccati» al ribasso, in media, dell'ottanta per cento. L'inchiesta, durata quasi un anno, ha portato al sequestro di quarantacinque apparecchi illegali, ventitré dispositivi hardware (chip) illeciti, cinquemila euro in contanti e al recupero a tassazione di un imponibile «preu» (prelievo erariale unico) per circa due milioni di euro. Inoltre, sono stati sigillati sessanta congegni non conformi alla normativa in vigore e di elevare sanzioni amministrative pecuniarie per oltre un milione e duecentomila euro per violazioni al Testo Unico delle Leggi di pubblica Sicurezza oltre che all'applicazione della sanzione penale di 774.500 euro nei confronti di una società operante nel settore. L'operazione condotta dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Roma ha permesso anche di ricostruire l'intero circuito illegale che trovava origine in depositi non dichiarati alle autorità competenti e finiva pure per coinvolgere inconsapevolmente i titolari dei locali dove venivano installate le slot machine modificate in modo fraudolento.