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S. Camillo, nuovi reparti e più servizi

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PaoloTomei Il S. Camillo ha i suoi anni ma oggi, dopo il profondo «maquillage» portato avanti nell'ultimo quinquennio, ne dimostra molti di meno. I vecchi padiglioni sono stati riportati a nuovo, ma anche gli interni sono stati ristrutturati. Dal 2005 la Regione ha investito sull'ospedale di Monteverde oltre 110 milioni di euro, una media di 20 l'anno. Ieri il direttore generale Luigi Macchittella ha presentato il piano di lavoro per il 2010 consegnando a tutti i capi dipartimento le schede con i budget annuali. I padiglioni gia ristrutturati sono 9 mentre per altri tre (Morgagni, Busi e Lancisi) i lavori sono in corso e si concluderanno a primavera. In totale 12 padiglioni, cioè tutti. Il prossimo destinato ad essere sottoposto a questa opera di «rigenerazione» è quello che ospita cardiologia, più recente e più grande degli altri. «Molto lavoro concreto - spiega il direttore generale – cosi abbiamo fatto rinascere il S. Camillo». Nei locali dei vecchi padiglioni oggi trovano posto tecnologie d'avanguardia come il laboratorio per le analisi: completamente automatizzato e informatizzato, ne lavora oltre 4 milioni l'anno, le camere sono state rifatte a due letti con bagno. Per dotare l'ospedale della nuova tecnologia è stato speso oltre un terzo dell'investimento complessivo, cioè 33 milioni, gli altri pari a circa 84 sono stati utilizzati per le opere strutturali. «Tutto questo - ha detto il vice presidente della Giunta regionale Esterino Montino che ieri ha visitato l'ospedale – è stato fatto nonostante le limitazioni economiche e di personale imposte dal piano di rientro. Significa che si può governare la sanità e fare bene, molto bene, riducendo sprechi e disservizi e investendo per una sanità moderna e al servizio dei cittadini». Oggi il S. Camillo, secondo l'indagine dell'Osservatorio epidemiologico regionale sugli indici di esito è l'ospedale migliore del Lazio, prima anche del Gemelli per la qualità delle cure e soprattutto è ormai un centro di riferimento a livello nazionale per quanto riguarda il settore trapianti di cuore rene e fegato. L'equipe condotta da Francesco Musumeci quest'anno ha portato a termine 18 trapianti di cuore, 37 sono stati quelli di rene 24 di fegato. Insomma sotto il vestito nuovo ci sono competenze e professionalità di livello internazionale, che sono la forza vera della sanità pubblica. Nel futuro prossimo del S. Camillo, c'è l'inglobamento dei residui reparti del Forlanini. Il glorioso ospedale nato per curare le malattie respiratorie, oggi, e ormai da molti anni, è in grandissima parte, vuoto. Restano alcuni reparti anche d'eccellenza che a breve saranno trasferiti nei padiglioni tirati a lucido. Ma il Forlanini non sarà né venduto né abbandonato. È destinato alla città e il suo futuro è tutto da scrivere.

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