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Pericoli in agguato in città Il risarcimento impossibile

Voragini e dissesti sul manto stradale

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Si inciampa in una buca, si fa un incidente con la macchina perché non ci si accorge di un semaforo nascosto dietro l'albero, la strada male asfaltata rompe l'asse dell'automobile. Quando poi non è un ramo che cade e ci colpisce sulla testa, una segnaletica errata oppure obsoleta che provoca un incidente. Rabbia e voglia di essere risarciti. Il cittadino, sempre più spesso, chiama in causa il Comune di Roma. Circa mille richieste di risarcimento dei danni vengono risolte per le vie giudiziali ogni anno. E si vanno ad aggiungere alle centinaia che arrivano allo Sportello di Conciliazione del Campidoglio perché si preferisce trovare un accordo senza aspettare i tempi biblici della giustizia civile. Poi però ci sono anche le denunce che ciascun cittadino, che ritiene di aver subito un danno alla sua persona o ad una cosa di sua proprietà, fa direttamente allo sportello dei venti Municipi capitolini senza servirsi di un avvocato. E, ancora le lamentele, che il più delle volte si trsformano in richieste di risarcimento danno, recapitate direttamente alle varie associazioni dei consumatori: al Codacons fanno sapere di averne attualmente una decina in corso contro il Comune. Lo stesso dicono dall'Adoc, dalla Codici, dall'Adiconsum. L'intento è sempre lo stesso: ottenere un risarcimento dal Campidoglio che in realtà riesce a vincere la causa mediamente sette, otto volte su dieci. Perché l'onere della prova ricade sempre sul cittadino e nonostante recenti sentenze della Corte di Cassazione abbiano stabilito il principio che il Comune è sempre responsabile anche se la gestione della strada o di un tratto è stata affidata ad una società esterna (fatto piuttosto frequente), nella realtà è assai difficile accertare il nesso causale tra danno subito dal cittadino e la scarsa manutenzione stradale. Un esempio? Se l'insidia era visibile, il cittadino deve provare di non aver potuto mettere in atto una manovra di fortuna per frenare o evitare la buca. Così, di fatto, per fare un esempio, a fronte di circa 630 richieste di risarcimento avanzate nei confronti del Comune di Roma nel 2007 ne sono state liquidate cinque per un valore complessivo di meno di mille euro. Certo molto dipende dalla lentezza dei tempi della giustizia e per questo motivo sono tanti i cittadini che, anche dietro consiglio dei loro avvocati, si rivolgono allo Sportello di Conciliazione che fa capo a piazza del Campidoglio quando il risarcimento si mantiene sotto il limite dei dodicimila e 900 euro circa. Ma non sempre questa strada premia le aspettative di chi ricorre e quindi, alla fine, si preferisce passare alle vie giudiziali. Dall'Avvocatura del Comune di Roma spiegano: «Quando un cittadino cita il Comune noi abbiamo una polizza assicurativa con Assicurazioni di Roma. Ci difendiamo in giudizio tramite avvocati fiduciari della compagnia». Per poi aggiungere: «Ma capita non di rado che si trovi un accordo con il cittadino prima ancora di arrivare alla prima udienza». Le richieste di risarcimento danni fatte all'amministrazione sarebbero in aumento, secondo Gianluca Di Ascenzio avvocato del Codacons. E al primo posto vedono incidenti causati da buche o strada male asfaltata, cordoli che dividono la carreggiata, semafori nascosti dagli alberi, segnaletica stradale orizzontale e verticale obsoleta, caduta accidentale di rami. «Le chiamate ai vigili urbani nei 20 Municipi della Capitale sono aumentate del 20% da gennaio-novembre 2008 allo stesso periodo di quest'anno», fa sapere Luigi Marucci presidente dell'Ospol, il sindacato dei vigili urbani. «Ci sono poi anche i cittadini che quando hanno fatto un incidente chiamano i vigili, ma decidono di non far seguire la denuncia - aggiunge - Sono sempre potenziali richieste di risarcimento danno che un po' per abitudine, un po' per timore di non riuscire a vincere contro il Comune restano solo nelle intenzioni di chi pensa di aver subito un torto». Per non parlare degli incidenti stradali e delle richieste di risarcimento causate dalle strisce pedonali non più visibili. Tanto più pericolose se presenti di fronte alle scuole, sottolinea ancora il presidente dell'Ospol. «Provi a farsi un giro per i vari istituti scolastici romani e si accorgerà della situazione spesso incresciosa in cui versa questa segnaletica fondamentale per la sicurezza dei cittadini. Per esempio in via Latina o in via Appia Nuova. Come sindacato dei vigili da anni chiediamo che in questi pericolosi incroci vengano installati semafori pedonali».

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