Le scarpe rovinate dal fango e il tombino che scompare
Cadere in una buca e prendersi una storta è fastidioso, ma dopo tutto «banale». Peggio è trovarsi la propria macchina di mattina presto sommersa da un mix di detriti e fango perché è improvvisamente venuto giù un muro di contenimento, per fortuna durante la notte. O finire con l'auto in un tombino che si è aperto a causa delle forti piogge della sera prima, o ancora perdere il controllo del veicolo a causa di un'estesa macchia d'olio e fare un testa coda urtandone un altro che sopraggiunge in direzione opposta. Succede a Roma e in tutti questi casi è il Comune ad essere chiamato in causa dai cittadini. Nella fattispecie del muro di contenimento venuto giù all'imporvviso, in zona Prenestina poco più di un anno fa, i proprietari di quattro macchine parcheggiate e coinvolte nell'incidente hanno fatto causa al Comune che in quel caso è stato riconosciuto responsabile soltanto in parte visto che il muro di contenimento apparteneva a un privato. L'automobilista incappato, invece, in un tombino sulla via Palmiro Togliatti, si è rivolto all'Adiconsum per ottenere il risarcimento danni: ha praticamente distrutto metà macchina, per fortuna è rimasto illeso, ma si è preso un bello spavento. Esempio di quanto può essere lungo e difficile ottenere un risarcimento danni è il caso, invece, di un automobilista che poco tempo fa ha urtato una macchina parcheggiata. Chiamato in causa dal proprietario di quell'auto, si è difeso sostenendo di aver perso il controllo a causa di lavori in corso non adeguatamente segnalati, e chiedendo a sua volta il risarcimento danni al Comune in solido con la ditta responsabile dei lavori. Il Giudice di Pace gli ha però dato torto: la responsabilità esclusiva, infatti, è del guidatore per aver tenuto una velocità eccessiva rispetto allo stato dei luoghi. Ha tentato di recente la via del risarcimento, senza successo, anche un altro automobilista che in seguito al forte vento che si è abbattuto un paio di mesi fa sulla capitale, si è ritrovato il vetro della propria auto parcheggiata sotto casa, rotto dalla caduta di un grosso ramo. Non mancano casi più leggeri, ma sicuramente divertenti. Al Codacons raccontano di un cittadino che non accortosi di una buca interamente ricoperta di acqua e fango, ha messo i piedi e rovinato un paio di scarpe di oltre 500 euro. Ha fatto causa al Comune e in via conciliativa è riuscito ad ottenere il risarcimento, potendosi così ricomprare le «preziose» calzature.