Antonio Sbraga Lo sballo finisce sempre di più al Pronto soccorso, e ormai va oltre la semplice febbre del sabato sera.
Unfenomeno in forte ascesa negli ultimi due anni (fino al 2006 la frequentazione per abuso di alcol e stupefacenti era invece equamente distribuita lungo tutti i giorni della settimana, con prevalenza delle nottate del giovedì e della domenica). Dal 2007, invece, il 61% degli accessi per abuso avviene nelle notti dei week-end, e il 12% di questi pazienti sono adolescenti. Una percentuale che nella capitale è anche più alta, ma «ciò che riguarda il periodo dell'adolescenza non va mai sottovalutato - ammonisce il primario del Pronto soccorso tiburtino, Ugo Donati - quindi pur valutando ancora bassa la frequenza dei minori, è certamente consono parlare di emergenza adolescenti». Baby-bulli e non solo: molti dei pazienti che hanno alzato il gomito o fatto uso di sostanze stupefacenti spesso mostrano atteggiamenti aggressivi nei confronti del personale medico del San Giovanni Evangelista. I numeri del nosocomio tiburtino parlano di 350 accessi (quasi uno al giorno) di pazienti sbronzi e 250 in pieno sballo nel 2009. Nel 2008 erano stati rispettivamente 300 e 200, con un aumento di interventi del 17% per l'alcol e del 25% per la droga. L'affluenza settimanale indica nella domenica il giorno di minor riposo per l'unico Dea di primo livello dell'Asl RmG: 28 gli interventi in media per le sostanze stupefacenti e 22 per quelle alcoliche, segue il sabato con, rispettivamente, 22 e 17 accessi. Ma spesso i pazienti arrivano in Pronto soccorso in seguito all'assunzione di un mix di entrambe le sostanze. Cocktail micidiali che in alcuni casi hanno provocato anche incidenti stradali, con tassi alcolemici riscontrati fino a cinque volte i limiti consentiti. Solo negli ultimi due mesi sono oltre 70 le patenti ritirate dai carabinieri dalla Compagnia di Tivoli. Ed altre 112 sono invece state ritirate in tutto il 2009 nel resto dell'alta Valle dell'Aniene dai militari della Compagnia di Subiaco. Numeri di un disagio giovanile che può sfociare anche in dramma. Come nel caso del pestaggio per gelosia di una ragazza, finito con un colpo di pistola a Castel Madama due settimane fa. Ancora non è dato sapere se i tre diciottenni accusati dell'omicidio del 26enne Stefano Onofri abbiano agito o meno sotto gli effetti di alcol o droga, ma l'altro ieri l'intera comunità di Castel Madama si è riunita in un Consiglio comunale allargato in palestra perché «l'aggressione violenta e la morte di Stefano segnala che Castel Madama è una comunità in pericolo: sono in pericolo i giovani, le famiglie e le diverse istituzioni - ha detto il sindaco, Giuseppe Salinetti - Dobbiamo, quindi, innanzitutto dichiarare lo stato di crisi».