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Lavori finti per avere permessi di soggiorno

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Nelcorso dell'operazione, denominata «Caffè Bangla», coordinata dal sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Ilaria Calò, 35 persone sono state denunciate in stato di libertà per falso materiale e falso ideologico, 2 persone sono state arrestate per i medesimi reati; 3 persone sono state arrestate per violazione alle norme per gli stranieri; 15 cittadini extracomunitari sono stati identificati e circa 4500 documenti sono stati sequestrati. L'indagine è iniziata lo scorso mese di luglio quando gli agenti del commissariato San Paolo hanno riscontrato un anomalo numero di assunzioni di cittadini stranieri da parte di una ditta edile; assunzioni risultate fittizie e soprattutto finalizzate all'ottenimento del titolo di soggiorno. Gli stranieri si rivolgevano al titolare della ditta, M.C. italiano di 61 anni tramite la «segnalazione» di M.F. bengalese di 30 anni. I due, rispettivamente promotore e organizzatore dell'illecita attività, erano il punto di riferimento di cittadini del Bangladesh alla ricerca di un lavoro fittizio per ottenere o rinnovare il titolo di soggiorno e l'ingresso di cittadini extracomunitari clandestini. Per le prestazioni offerte i due soci avevano un vero e proprio tariffario e la cifra pattuita era di 300 euro a pratica per M.C., a suo dire a lui dovute per «il caffè» e di 300 euro per M.F. dovutegli «per il disturbo». Nel corso delle indagini è emerso che il sodalizio criminoso operava principalmente a Roma ma che aveva ramificazioni in Sicilia, Toscana e Marche e che molti cittadini del Bangladesh provenivano da altre regioni per poter ottenere il titolo di soggiorno. L'organizzazione, dal 2007 ad oggi, ha permesso a numerosi extracomunitari di soggiornare e vivere sul territorio nazionale con documenti regolari addirittura senza sapere quale fosse la loro vera attività in Italia.

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