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"I pazienti sono felici Decorso più facile"

Sanità

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«Così i pazienti vengono aiutati a guarire prima. Abbiamo riscontrato notevoli benifici psicologici. La possibilità di fare gli esami da soli e avere la diagnosi in tempo reale direttamente a casa facilita il decorso della malattia». Il direttore generale dell'ospedale San Giovanni, Luigi D'Elia, è orgoglioso di poter presentare la telemedicina, «un servizio unico in Italia e con prospettive di espansione enormi, a condizione di poter disporre dei finanziamenti necessari...» A quale tipo di espansione si riferisce? «Basti pensare che in Tanzania in 6-8 mesi siamo stati in grado di assistere settemila persone con problemi cardiaci. Un progetto partito grazie alla Comunità di Sant'Egidio per affrontare la piaga dell'Aids che poi è stato esteso ai settori tipici della telemedicina. Iniziative di questo tipo possono essere utilizzate anche in altri Paesi africani dando speranza a milioni di persone». Quanti pazienti siete in grado di assistere attualmente? «Possiamo farci carico di 350 pazienti singoli (la degenza in ospedale in media sarebbe di una decina di giorni, il risparmio è del 50%) senza contare i malati che si trovano nelle comunità, come quella di Sant'Egidio appunto, dove il servizio è ancora più completo. Se a chi è a casa diamo una valigetta con un palmare, le comunità invece possono disporre di un computer in grado di fornire vere e proprie cartelle cliniche. E poi ci sono le carceri. Appena entrerà in vigore l'accordo firmato col Garante, la telemedicina potrà assistere anche i detenuti». Quali sono le maggiori applicazioni della «diagnosi domestica»? «È rivolta soprattutto alla terza età. A tutti coloro che hanno difficoltà a raggiungere l'ospedale. Se si pensa che la popolazione sta invecchiando questo sarà il metodo principale di telediagnosi e di teleassistenza del futuro. L'ipertensione, ad esempio, è una delle patologie più seguite. Tra gli strumenti più utilizzati forniti nel "kit" c'è il saturimetro per controllare la quantità di ossigeno nel sangue e un piccolo elettrocardiografo che trasmette l'attività del cuore ai nostri schermi. Noi elaboriamo i dati e rimandiamo indietro la diagnosi con la terapia da seguire».  I pazienti come stanno reagendo? «Sono contentissimi».

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