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"Evasi 40 milioni di euro al fisco"

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Intascava lo stipendio ma non dichiarava al fisco milioni di consulenze. Così, tramite controlli incrociati tra l'una e l'altra documentazione, la Polizia tributaria del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma ha denunciato un noto avvocato romano, Giovanni Pascone, 47 anni. Le accuse che il professionista deve smontare sono pesanti. Gli uomini del maggiore Dario Fasciano hanno passato al setaccio la documentazione fiscale dalla fine del 2005 a tutt'oggi. Secondo la ricostruzione della Finanza, il sistema che l'avvocato avrebbe usato per aggirare lo scoglio fiscale era tanto semplice quanto ingenuo. Dal ministero del quale era dipendente il professionista percepiva una cifra che si aggirava intorno ai 70 euro l'anno. I suoi introiti però non finivano qui. Erano tanti i clienti in lista: Comuni, ministeri e altri. Agli inizi del 2000 l'avvocato romano ha aperto la partita Iva per un'attività di bar e caffè. L'impresa non ha mai aperto i battenti. Pascone avrebbe usato quella partita Iva solo per emettere fattura agli enti pubblici per i quali prestava consulenza amministrativa. Migliaia e migliaia di euro che lui non dichiarava ma l'ente sì. Nato a Napoli 47 anni fa, è lo stesso avvocato a raccontarsi in un'intervista del 2005: «Sono stato magistrato ordinario, del Tar e della Corte dei conti. Ho lavorato alla Banca d'Italia, sono stato al ministero dell'Interno». E poi altri incarichi: «Capo ufficio legislativo ai Lavori pubblici, consigliere giuridico coi governi D'Alema, Amato, Dini, Berlusconi e Ciampi». Pascone è stato presidente del Comitato paritetico di Acqualatina e consulente del sindaco Zaccheo. Quindi direttore generale del Comune di Pomezia. La consulenza per il Comune di Aprilia aveva un costo di mille e 200 euro all'anno. In più il sindaco gli aveva affidato altri incarichi per contenziosi importanti: Acqualatina, turbogas e A.ser. Pascone rientra anceh tra la rosa di nomi sotta la lente del pm Raffaella Falcione per la vicenda «A.ser 2». E inoltre, a ottobre il viceprocuratore della Corte dei Conti Bruno Tridico ha chiesto al Comune le carte sui compensi per gli incarichi commissionati: 250 mila euro di parcella. (Ha collaborato Riccardo Toffoli).

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