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Nel fiume a caccia della pistola che ha ferito a morte Stefano

I carabinieri cercano la pistola che ha sparato alla nuca del giovane

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CASTEL MADAMA - Alla ricerca dell'arma del delitto. Manca solo la pistola e il nome di chi l'ha fornita al diciottenne Nicolas Iori, per chiudere il cerchio delle indagini sull'omicidio che sabato scorso ha sconvolto Castel Madama. Lo sparo a distanza ravvicinata, che gli ha trapassato il cranio e distrutto un occhio, è stato fatale a Stefano Onofri, il 26enne ucciso dal fidanzato della sua ex ragazza. Ora si attendono gli esiti dell'autopsia per fugare ogni dubbio insieme al ritrovamento della pistola. Oggi, condizioni meteo permettendo, i carabinieri della Compagnia di Tivoli dovrebbero effettuare il dragaggio del fiume Aniene, almeno nella parte vicina alla frazione Uccetta, la zona di campagna dove si è consumato il delitto. Anche perché solo attraverso l'analisi della traiettoria del proiettile usato verrà accertato se il colpo di pistola è stato sparato quando Onofri era in ginocchio o disteso, dopo essere stato colpito con la mazza da baseball. Un particolare importante, soprattutto per verificare quanto sostenuto da Nicolas, che ha detto ai militari del capitano Luca Palmieri di aver fatto tutto da solo. Ai carabinieri del Ris, invece, il compito di analizzare ciò che resta sulla mazza da baseball. Così come la valutazione degli esiti dei test stub, eseguiti sulle mani dei tre arrestati per rintracciare i residui di polvere da sparo e verificare la versione di Iori, che ha detto di aver sparato il colpo. Dei suoi due amici e coetanei, Michele Sisti e Gianluca Di Nardo, solo quest'ultimo è stato messo ai domiciliari. Mentre la ragazza «contesa», la barista 21enne Elisa, resta a disposizione del magistrato, il sostituto procuratore del Tribunale di Tivoli Filippo Guerra, come persona informata dei fatti. Ma Castel Madama è ancora sotto choc: l'intero paese si è messo in fila lunedì sera in una fiaccolata silenziosa partita proprio sotto casa Onofri, in piazza Matteotti. Un lungo applauso ha accolto i genitori, che con un filo di voce hanno ringraziato tutti: «Se Stefano vi vedesse».

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