Brenda, riascoltati i pompieri
È un mistero ancora da chiarire il fumo che ha ucciso il trans Brenda, 32 anni, tirato in ballo nel caso Marrazzo. Per la seconda volta gli investigatori della Squadra mobile hanno chiamato i vigili del fuoco componenti le due squadre che la notte del 20 novembre, alle 4.33, sono intervenuti in via dei Due Ponti 180 per spegnere il fuoco lento che ha divorato una valigia, parte del materasso del divano al piano terra dell'interno 1F, e asfissiato Wendell Mendes Paes. I pompieri hanno forzato la serratura chiusa a una mandata. Sono entrati, hanno spento la brace del materasso e sono saliti sul soppalco, nella camera da letto servita da un bagnetto. Il corpo del trans era a terra, coperto dalla fuliggine. Nel bagnetto c'era il computer, sotto al rubinetto del lavandino. La Procura di Roma - i magistrati che stanno indagando sulla morte del pusher dei trans, Gianguerino Cafasso, e sul presunto ricatto all'ex governatore per un video girato con lui e un altro viado, Natalie - ha da subito ipotizzato l'omicidio volontario. Gli elementi che sono stati trovati nel monolocale di 18 metri quadrati, dove abitava Brenda, sono compatibili con le tesi della morte violenta e dell'incidente. Ma finora non sono stati così evidenti da dimostare l'una o l'altra ipotesi. Al piano terra, dietro la porta d'ingresso, i soccorritori hanno trovato una candela: per buon aupiscio e protezione dai nemici, è usanza diffusa tra i trans della Cassia di lasciare dietro la porta una candela accesa e uno spicchio d'aglio. Il cilindro di cera però era dalla parte opposta della valigia dalla quale si è sprigionato il fumo assassino. In quel punto gli investigatori hanno trovato delle bacchette d'incenso la cui punta, quando è accesa, è sufficiente a innescare un incendio. Intanto si è venuto a sapere che Brenda in passato per un po' di tempo ha soggiornato nel Fermano, nella località costiera di Casabianca di Fermo, nota per ospitare mercenari del sesso di ogni provenienza.