Rare come Ninja, tartarughe trattate da dive
{{IMG_SX}}Il filo diretto con la cronaca di Roma. Potete inviare lettere, commenti e segnalazioni a questo indirizzo e-mail (clicca qui), al numero di fax 06/675.88.324 o via posta a Il Tempo - Lettere, piazza Colonna 366 - 00187 Roma. Secondo il Corpo Forestale dello Stato la maggior parte degli articoli confiscati ai turisti di ritorno dalle vacanze sono oggetti in avorio, pelli di rettile, carapaci di tartarughe, caviale, coralli e conchiglie giganti. Meglio, dunque, resistere alla tentazione di alimentare un simile commercio illegale, fatto di sfruttamento, morte e deturpazione dell'ambiente che non fa bene a nessuno. Le cose si complicano non poco quando il souvenir è in carne e ossa. Basta citare l'ultimo caso. L'arrivo al Bioparco di due rarissime testuggini «Geochelone» radiate del Madagascar, sequestrate dalla Forestale. E meno male che esistono strutture specializzate con competenze scientifiche come l'ex-zoo di Roma, pronte ad accogliere e assicurare un futuro a questi poveri animali a rischio estinzione. «La sinergia tra gli agenti di Polizia specializzata e organismi competenti in grado di assistere e garantire la conservazione delle specie in via d'estinzione è fondamentale», assicura Ciro Lungo, responsabile del servizio Cites centrale del Corpo Forestale. In particolare, come spiega Tullio Scotti, direttore generale del Bioparco, «gli ultimi due "ospiti" confiscati possono raggiungere i quaranta centimetri, con una splendida colorazione a raggi gialli su fondo nero: da qui il nome di testuggine raggiata. Abitano nelle foreste "spinose" delle aree più aride del Madagascar sud-occidentale, si cibano di vegetali e depongono non più di due uova l'anno». Ambite vittime della caccia, sia come risorsa alimentare che come animali da compagnia, negli ultimi anni queste rare testuggini sono diminuite dell'80 per cento e rischiano l'estinzione in natura nei prossimi trent'anni. Pochissimi gli esemplari ospitati nelle strutture europee. «Il Bioparco collabora regolarmente con il Corpo Forestale dello Stato, mettendo a disposizione le proprie strutture di accoglienza per ospitare animali importati illegalmente o trovati abbandonati. Lo staff zoologico cura l'animale che viene subito sottoposto a specifiche visite veterinarie. Trascorsa la quarantena, necessaria per evitare la trasmissione di malattie infettive, lo stesso viene ospitato in un'area a lui idonea, in attesa di un affidamento definitivo». Come assicura Fulvio Fraticelli, direttore scientifico del Bioparco, «per le due testuggini sarà approntata una nuova teca dedicata alle aree aride del Madagascar dove ci sarà anche un geco diurno in estinzione, proveniente dallo stesso habitat». La lettera: Il commercio illegale di animali è alimentato da enormi organizzazioni criminali. Spesso gli stessi turisti diventano complici inconsapevoli. La tentazione di tornare da un viaggio con un "souvenir" in carne e ossa strappato al suo ambiente naturale è molto forte. Ma il più delle volte si rischiano pesanti sanzioni. Non solo è necessario accertarsi, prima dell'acquisto, dell'appartenenza ad una specie protetta dalla Convenzione. Ma è bene informarsi sulle leggi vigenti per evitare spiacevoli "sorprese" alla dogana. Che succede quando il Corpo Forestale dello Stato sequestra un animale? Come interagisce col Bioparco? Scopriamolo insieme.