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«Non abbiamo per ora intenzione di apporre alcun vincolo ulteriore rispetto a quello prevedibile tra Laurentina e Ardeatina.

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Potremmoin futuro pensare a nuovi vincoli in altri settori del piano regolatore. Ma finora non è nei nostri programmi». Così il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro il giorno dopo l'exploit del vice governatore del Lazio Esterino Montino che lanciava l'allarme di un nuovo vincolo paesaggistico nel quadrante Nordovest della Capitale. Rassicurante? Suona anzi più come una presa «in giro» al sindaco Alemanno. In clima elettorale tutto può succedere. Può accadere che il centrodestra, da sempre pro-cemento, diventi oggi, con il forzista Giro, paladino del paesaggio, in questo caso l'agro romano. Può accadere che il centrosinistra, incarnato in questa storia tutta romana dal vice del fu Marrazzo, Montino, minacci ricorsi contro ipotetici vincoli del Ministero a difesa di qualche milione di metri cubi di palazzine. C'è poi la destra in Campidoglio che ora difende il Prg di Veltroni dicendo che i nuovi programmi di urbanizzazione rispetteranno i limiti imposti da un Piano regolatore contro cui, in Consiglio, si scagliarono nei caldi giorni della sua approvazione. Poi c'è la sinistra, quella rossa, verde e ambientalista che mantiene la linea di sempre e grida «Basta cemento» dopo aver contribuito, tenendo in ostaggio l'ex sindaco, a fare di Roma, con il nuovo Prg, la capitale più verde d'Europa. Non paga ora grida: «Montino nemico dell'ambiente» e «Forza Giro, non mollare».

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