Escursioni vietate dai "guerriglieri"
{{IMG_SX}}Cercavano un po' di pace nella quiete dei sentieri del Parco dei Monti Lucretili, invece si sono ritrovati nel bel mezzo di una guerra, sia pure simulata, a schivare proiettili di plastica e mezzi motorizzati di due truppe contrapposte, anche se solo per gioco. È successo ad un gruppo di escursionisti, messi in fuga da plotoni di uomini armati di tutto punto che giocavano alla conquista delle grotte carsiche e dei campi carreggiati di cui è fitta la «giungla» lucretile attorno ai laghi di Percile, alle falde del Colle Faieta. «Raffiche di mitra, rumore di motori imballati, grida, inviti poco cortesi a stare attenti ai proiettili di plastica e anzi ad allontanarsi perché potevamo disturbare il loro "gioco" e le loro manovre automobilistiche che si spingevano anche a ridosso del lago Fraturno. Una situazione pericolosa», racconta Gianni Innocenti, presidente del Circolo Legambiente di Tivoli, che insieme agli altri soci ha dovuto abbandonare in tutta fretta l'escursione organizzata lungo il sentiero che conduce ai laghetti di Percile. «Non appena passato il cancello che delimita il tratto di strada bianca percorribile dai mezzi motorizzati il territorio era invaso da una moltitudine di personaggi in tuta mimetica da combattimento muniti di fuoristrada ed armi, che definire giocattolo è eufemistico, poiché sparavano fragorosamente proiettili di plastica», aggiunge Innocenti, che ha subito denunciato l'accaduto al sindaco di Percile e al presidente del Parco dei Lucretili, Paolo Piacentini. Il quale ha «immediatamente disposto gli accertamenti da parte dei guardiaparco. Non esiste che si facciano dei giochi di guerra simulata in una zona a tutela integrale come i "lagustelli" di Percile. Ci hanno detto che un'associazione aveva chiesto il permesso al Comune, ma non al Parco. Però nessuno può autorizzare simili scorribande in un'area protetta come la nostra, il Consiglio direttivo - conclude il presidente Piacentini - prenderà provvedimenti». Se lo augurano anche gli escursionisti, che da frequentatori abituali del paese e del sentiero che conduce ai laghi, non si erano mai trovati in situazioni del genere. «E non abbiamo intenzione di ripetere l'esperienza - assicurano - poiché intendiamo cocciutamente continuare a frequentare quella zona del Parco in tranquillità, esercitando un diritto che ci deve essere garantito da chi su quella zona ha il controllo».