Computer, filmati e fotografie Dal pm trans sotto torchio
Sesso, ricatti ed estorsioni, anche la transessuale Barbara è stata interrogata in procura. La brasiliana amica di Brenda è arrivata ieri pomeriggio negli uffici di piazzale Clodio per essere ascoltata dai magistrati che indagano sulla presunta estorsione al governatore del Lazio Piero Marrazzo. Una convocazione che è arrivata a distanza di pochi giorni dal parziale esame dei file contenuti nel computer della brasiliana trovato nel lavandino il giorno della sua morte in un appartamento in via Due Ponti 180 a causa di un incendio. In mano agli inquirenti ci sono infatti 130 gigabyte di file, contenuti nell'hard disk del pc sequestrato nell'abitazione della transessuale Brenda, che potrebbe nascondere tutte le verità dell'inchiesta sulla morte della brasiliana e sullo scandalo che ha travolto il governatore del Lazio Marrazzo, sul quale indagano i carabinieri del Ros. Al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo la trans doveva spiegare alcune sue affermazioni rilasciate subito dopo la morte dell'amica per intossicazione da ossido di carbonio e non è escluso che gli inquirenti possano averle chiesto anche chiarimenti sui file visionati nel computer di Brenda. Ieri sera, inoltre, nella stanza dei pm è entrata anche un'altra trans, Joyce, che l'amica China ha accusato di aver incastrato Marrazzo insieme a Natalie. Il cd contiene infatti migliaia e migliaia di file, tra i quali molti video e fotografie che potrebbero essere state archiviate dalla transessuale per mettere in atto un piano criminale. Dall'esame di questo materiale informatico i pm accerteranno se anche le forze dell'ordine hanno partecipato o meno all'organizzazione di presunti ricatti ai danni di personaggi famosi, clienti delle transessuali che lavorano e abitano nella zona della Cassia. All'attenzione della Procura, anche la possibilità che il computer trovato nella casa della vittima possa non essere di Brenda. Contemporanemente gli investigatori stanno cercando di rintracciare il secondo cellulare della trans e una videocamera che la vittima avrebbe potuto utilizzare per filmare di nascosto i suoi clienti durante gli incontri a luci rosse. Un sistema per poterli così ricattare. Tra i file finiti sotto la lente d'ingrandimento della magistratura, anche le email che la vittima mandava e riceveva, sia a parenti, sia ad amici. Da questi scambi di informazioni potrebbero emergere elementi in grado di far venire a galla la verità sul presunto giro di ricatti ai danni di professionisti e le eventuali responsabilità dei carabinieri che sono stati indagati lo scorso 22 ottobre. In 130 gigabyte, quindi, si nascondono molte verità. Lì dentro ci può essere infatti materiale «scottante», oppure esclusivamente filmati e fotografie di Brenda. Necessari per chiarire questi aspetti, anche l'esame dei cellulari e dei pc di alcuni dei miliari accusati di aver compiuto un'estorsione ai danni di Marrazzo. Dall'esame incrociato dei dati che avranno i magistrati, uscirà fuori se esisteva un piano criminale organizzato dalle transessuali di via Due Ponti e via Gradoli e da forze dell'ordine e spacciatori.