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Piazza Gondar, palazzi nauseati dalla metropolitana B

Piazza Gondar

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{{IMG_SX}} Cara Redazione de Il Tempo, abito in un condominio di piazza Gondar, al civico 7. Da fine agosto abbiamo dovuto sopportare un allagamento e un'invasione di liquami provenienti dalla fogna. Il tutto condito dalla comparsa di topi. L'androne del palazzo, soprattutto quello delle prime due scale, è diventato a rischio di «brutti incontri». E poi quel fetore insopportabile, anche oggi che è più lieve, ma ben presente la mattina quando gli ambienti comuni sono stati chiusi per la notte. Possibile che i lavori per la futura Metropolitana B1 lungo viale Libia debbano causare tutto questo sconquasso? Una cittadina settantenne e nauseata... nel senso più fisico della parola Volendo stravolgere un brano di Ugo Calise e cantato da Nino Manfredi, si potrebbe intonare «M'è nato all'Improvviso un bel Fetore» per raccontare quello che è accaduto al palazzo di piazza Gondar 7, angolo viale Libia. All'origine di tutto, i lavori necessari al completamento della linea Metro B1: un'invasione d'acqua, liquami di fogna, topi e il sollevamento di pavimenti con crepe conseguenti lungo i muri. Tutto ha avuto inizio lo scorso 28 agosto. L'ultimo episodio, invece, è del 23 novembre, quando la filiale UniCredit Banca ha dovuto chiudere per il fetore insopportabile. «Siamo andati avanti per mesi con deodoranti, di quelli a spruzzo continuo, senza averne sollievo - dicono dagli sportelli bancari - Il 23, il massimo dell'insopportabilità. Il direttore ha dovuto chiudere la filiale apponendo fuori un cartello con la spiegazione che lo si faceva per problemi derivanti dai lavori della Metro». Per la costruzione, sotto viale Libia, delle due gallerie della nuova metropolitana, nel terreno circostante viene immesso cemento ad altissima pressione per consolidare le pareti degli scavi. Alla fine di agosto la sostanza è penetrata dove non doveva: ha rotto una tubazione dell'acqua e ostruito per più di metà la condotta della fogna. Conseguenze? Allagamento d'acqua nei piani interrati della filiale UniCredit e fuoriuscita di liquido maleodorante dalla fogna: in un solo giorno dovettero far aspirare 8 mila litri di liquame. Hanno dovuto cambiare anche i condotti di aspirazione dell'impianto di condizionamento per pescare aria pulita dal lato di viale Libia. Stesso destino è toccato al resto del condominio di piazza Gondar 7. «Guardi che crepe - indica Marta, lì residente - A questo livello delle cantine una parte del pavimento si è sollevata e le mattonelle sono saltate. Anche la porta che apre al vano cantine, rimane aperta: i muri al lato degli infissi si sono spostati». Nell'ex locale caldaia dove si concentrano le discese fognanti, dopo l'ostruzione della condotta principale è stato un riempirsi e ribollire di liquidi, una sorta di "brodo di fogna". Intervennero le maestranze dello stesso cantiere metro per installare un aspiratore e una conduttura supplementare che scavalcasse l'otturazione di cemento. La soluzione, provvisoria, è insufficiente. La puzza rimane. «Dopo 3 mesi ci abbiamo quasi fatto l'abitudine – sottolinea Marco, 68 anni – ma spesso è proprio ammorbante. Per quanto dovremo continuare a sopportare?».

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