Eutelia, dal governo diktat sugli stipendi
«Il Gruppo Omega paghi quanto dovuto ai lavoratori entro il termine del 5 dicembre senza alcun distinguo e interrompa le procedure di mobilità». Il diktat, perentorio, arriva dopo le 22.30 dopo una giornata convulsa e con via del Corso assediata e illuminata a giorno dalle fiaccole di centinaia di lavoratori. A farsene carico è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, l'uomo della mediazione. Questo l'epilogo della riunione a Palazzo Chigi del tavolo sulla vertenza Eutelia al quale hanno partecipato oltre a Letta le rappresentanze confederate e di categoria dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Ugl) e i rappresentanti del Gruppo Omega, di cui fa parte Agila, l'ex Eutelia. Le parti torneranno a riunirsi il 7 dicembre. Da fonti sindacali si apprende, tuttavia, che l'azienda non sarebbe in condizioni di rispettare la data del 5 dicembre e che l'unica via d'uscita ormai praticabile sia quella del commissariamento. «Da questo tavolo se ne esce mantenendo la nostra procedura per insolvenza davanti al tribunale fallimentare, la ritireremo solo se arriveranno i pagamenti», tuona il segretario generale della Fiom-Cgil, Gianni Rinaldini. Per il segretario confederale della Cgil, Susanna Camusso invece «il timore è che si vada avanti con la procedura per richiedere il commissariamento». Un vertice complesso, quello di ieri a Palazzo Chigi. Preceduto da momenti di tensione. Federico Ruffo, l'inviato del programma «Crash» di Rai Educational che all'alba del 10 novembre filmò l'irruzione di un gruppo di guardie giurate negli edifici occupati dai lavoratori dell'ex Eutelia ha subìto minacce di morte. «Ruffo, sei morto», il messaggio scritto con vernice rossa sul muro dell'abitazione del giornalista. E ieri nel primo pomeriggio una ventina di giovani di alcuni movimenti come «Patria socialista» e «Rush» hanno occupato simbolicamente proprio la sede in via Oderisi da Gubbio della «Borani Group Endurity and service», l'agenzia di vigilantes che sgomberò gli operai. Occupazione-lampo subito interrotta pacificamente con l'arrivo delle forze dell'ordine. I militanti dei tre gruppi protagonisti dell'occupazione hanno poi partecipato al presidio indetto davanti a Palazzo Chigi in occasione dell'apertura del tavolo di trattativa sull'ex Eutelia. Erano circa quattrocento i lavoratori dell'azienda che hanno cinto d'assedio piazza Colonna nel pomeriggio, tenendo la posizione in via del Corso fino a tarda ora, nella speranza che da Palazzo Chigi arrivasse una fumata bianca. Il presidio alzava manifesti con slogan come «il governo cancelli questa vergogna», «da tre mesi siamo senza stipendio», «a noi il lavoro e a voi la galera». I lavoratori hanno protestato contro i 1192 esuberi annunciati dall'azienda e il mancato pagamento degli stipendi. Motivazioni che hanno sollevato lo sdegno di Di Pietro (Italia dei Valori) e Diliberto (Comunisti italiani) che - partecipando al presidio insieme a Rosy Bindi, Ferrando, Damiano e Pedica - hanno chiesto il commissariamento dell'azienda. Provvedimento sollecitato nel corso della trasmissione «Anno Zero» dal segretario del Pd Bersani. Ipotesi condivisa dal ministro dell'Economia Tremonti: «Penso che alla fine la soluzione giusta è che si va a un commissariamento, o a un intervento forte che mette un po' a posto una società che a quel che mi dicono ha buoni contratti. Ho stupore per una cosa alla quale è difficile credere. È difficile pensare che una società quotata abbia messo in piedi questo casino qua».