Alemanno: "Sono andato lungo"
Un rumore deciso e improvviso, che nella chiesa dell'Università Cattolica del Sacro Cuore ha avuto una risonanza inaspettata. Uno spavento, soprattutto, per la scorta del sindaco Alemanno che allarmata dal tonfo si è ritrovata il primo cittadino riverso a terra. «Sono andato lungo», spiegherà poi sorridendo il sindaco che, intorno alle dieci di ieri mattina, ha avuto uno svenimento mentre assisteva alla messa per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'università cattolica. Lievi i danni riportati, solo una piccola ferita alla mano e una contusione alla gamba, tanto che il primo cittadino ha atteso la fine della messa prima di recarsi al Gemelli per dei controlli. Pranza qui con la moglie Isabella Rauti e poi, a dispetto del riposo assoluto richiesto dai medici, Alemanno decide di tornare a casa soltanto un paio di ore. Alle 17 è di nuovo in movimento. Prima un vertice di partito, poi l'incontro con i rappresentanti dei campi nomadi, in serata un'altra riunione. «Ha avuto un lipotimia, ovvero uno svenimento - spiega il professor Adolfo Panfili, medico personale di Almemanno - come molti in questo periodo è affetto da una sindrome influenzale, che non ha curato a dovere. Visti gli impegni di lavoro ultimamente ha infatti dormito poco. In più non aveva fatto colazione. Ha preso solo un tè. Complice questo fatto c'è stato un abbassamento di zuccheri nel sangue che ha determinato il mancamento. Come medico gli ho suggerito di prendersi un pò di riposo - ha continuato Panfili - ma lui è fatto così: è un guerriero zen. È profondamente dedito al suo lavoro. Dopo le analisi al Gemelli ha detto che non poteva rinunciare all'incontro, previsto per la serata di ieri a sui campi nomadi. Ha detto: "Non posso tralasciare i deboli perché sono debole"». Inizia presto e finisce tardi la giornata del sindaco. La sveglia suona intorno alle 7.30. Per tre volte alla settimana ama andare in palestra, tra le 8 e le 9 del mattino. Poi nessun respiro. Convegni, conferenza, riunioni, incontri non sempre pubblici. Non è insolito infatti che il sindaco convochi una riunione in Campidoglio anche dopo la mezzanotte. Difficile che varchi la porta di casa prima delle due del mattino. Sabato e domenica compresi. Allo stress fisico e psicologico si aggiunge poi lo scarso interesse del sindaco per il cibo. A pranzo si concede al massimo un panino o riso o una barretta. Chi ha lavorato con lui al ministero non è sorpreso. Ha sempre lavorato tanto. Anche se dopo venti giorni di questo ritmo si prendeva 24 ore di riposo assoluto. Un'abitudine che dovrebbe riprendere in fretta.