Sequestrati bar e gioiellerie dei boss
Coi soldi della droga e legami con vecchi personaggi della banda della Magliana avevano messo su un tesoretto di 2 milioni di euro, fra società, attività commerciali e auto. Tra Anzio e Ostia. Una ricchezza che il Tribunale di Roma, su proposta del questore Giuseppe Caruso, indagini patrimoniali coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, eseguite dalla Divisione anticrimine diretta da Rosario Vitarelli e accertamenti del commissariato di Ostia di Antonio Franco, lunedì sera hanno sequestrato i "gioielli" di famiglia. Era a Ostia, infatti, che il clan di spacciatori, strutturato come una 'ndrina calabrese, per legami familiari, aveva i suoi beni e il suo quartier generale. La polizia ha sequestrato quote societarie e locali affidando la loro gestione a un curatore nominato dal Tribunale. Sono: Luna snc, Gioielli Dv, Amelì Bar tavola calda e Gran Caffè Luna. E poi cinque auto: Mercedes A 180, Smart, Ford Fiesta, Ford Focus e moto Tmax. I provvedimenti di sequestro sono la parte patrimoniale di un'inchiesta antidroga partita due anni fa, a febbraio arrivata al rinvio a giudizio di 17 persone in attesa di processo. Una «madre coraggio» denuncia gli spacciatori di sua figlia e seguendola indica agli investigatori anche il loro covo, viale Vasco de Gama, a Ostia. È la zona sotto il controllo dell'organizzazione, dov'è il Sert per per il recupero dei tossicodipendenti e dove dopo decenni di brutte storie è conosciuta come fortino degli spacciatori, con i minoirenni che fanno da vedetta e danno l'allarme se vedono divise, dove gli spacciatore aspettano in casa i tossici che vanno a trovarli per comprare la dose. Al vertice della gang i poliziotti collacano tre soggetti, Antonio Di Salvo (ora in carcere, già diciassette condanne definitive), romano, 52 anni, agli inizi degli anni '80 in affari con Enrico Proietti (diventato poi un avversario della banda della Magliana); la moglie Rosa Stoto, casertana, 57 anni e Mario Diana, anche lui casertano, 53 anni, e nel passato socio dei Proietti. Gli intestari dei beni sono tutti loro familiari: Simone Mignacca, genero dei coniugi Di Salvo-Stato, Roberto De e Fabrizio Pasquali, figli di Rosa Stoto. «Si tratta di una delle prime volte che in Italia - spiega Rosario Vitarelli - in cui viene applicata la nuova normativa sui sequestri preventivi dei beni, che colpisce anche incensurati di cui si dimostri la pericolosità limitatamente al momento dell'acquisto del bene». La polizia rivela un retroscena: un giorno il fratello di Mario Diana, Leo, ha un forte litigio con lui. Non vuole essere obbligato a spacciare il loro stupefacente, vuole essere autonomo. E allora cambia zona, da Ostia si sposta a Primavalle. Ma la situazione degenera. E nel 2006 si lancia dal quinto piano del suo appartamento.