Alcoa, corteo e scontri a Roma I sindacati: accordo raggiunto
{{IMG_SX}}"C'è l'accordo che prevede il ritiro della procedura di cassa integrazione prevista per i lavoratori Alcoa degli stabilimenti di Fusina in Veneto ePortovesme in Sardegna. Ci rivedremo per un primo confronto tra le parti al dicastero dello Sviluppo economico il prossimo 9 dicembre". Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm, dopo quasi sei ore di serrato confronto tra sindacati, amministratori regionali, azienda e governo. "L'intesa - specifica Ghini - prevede l'istituzione di un tavolo permanente di natura tecnica per definire tutti gli strumenti utili all'approvvigionamento energetico a prezzi calmierati nel rispetto di quanto previsto dal decreto legge sulla competitività. Siamo soddisfatti ed andiamo a riferirlo ai lavoratori in piazza», spiega il dirigente sindacale. "Stiamo aspettando l'arrivo del ministro Scajola, rientrato dall'estero, per firmare il verbale d'intesa". Il 9 dicembre, giorno in cui è previsto il prossimo incontro sulla vertenza al ministero dello Sviluppo economico, saranno anche aperte le buste per la gara sul mercato elettrico. L'azienda, fatte le proprie valutazioni, avrebbe avallato le tre ipotesi di soluzione per le tariffe energetiche già prospettate dal Ministero e che permetterebbero di ottenere una tariffa energetica in linea con la media europea (circa 30 euro/MW): agire sul dispacciamento, sull'interrompibilità e sull'acquisto di energia dai mercati esteri. Sul verbale d'accordo manca ancora la firma del ministro Claudio Scajola. LA MANIFESTAZIONE - I lavoratori dell'Alcoa sono scesi in piazza a Roma. Il corteo, con circa 1000 lavoratori venuti dalla Sardegna, in gran parte con una nave proveniente da Olbia e giunta stamane a Civitavecchia, è partito da piazza della Repubblica fino al ministero dello Sviluppo economico dove si è svolto l'incontro tra i rappresentanti del ministro Scajola, il presidente della Regione e i dirigenti dell'azienda. Secondo quanto riferito dai sindacati, ci sono stati tafferugli con la polizia: alcuni lavoratori avrebbero tentato di avvicinarsi alla sede dell'ambasciata americana per protestare contro la paventata chiusura dello stabilimento di Portovesme da parte della multinazionale Usa, ma sono stati respinti dalla polizia. Si parla anche di un operaio preso a "manganellate" e portato in ospedale. Ma dalla Questura di Roma arriva pronta la smentita: "Le forze dell'ordine non hanno effettuato alcun tipo di intervento repressivo nè tantomeno fatto uso di manganelli, ma solo azioni di contenimento".