Furti e messe nere Colli Aniene si ribella
Messe nere, ladri funamboli che arrivano ai balconi più alti. 30 furti in una settimana, spaccio di droga, alberi pericolanti o abbattuti dal nubifragio del 2 luglio e mai rimossi. Il tutto avviene a Colli Aniene, fra via Ciasca, via Togni, via Spataro e largo Vanoni. Ogni problema è stato illustrato ai consiglieri comunali Ludovico Todini e Fabrizio Santori (commissioni Ambiente e Sicurezza) durante l'ultima riunione del cdq Colli Aniene presieduto da Ermenegildo Colazza. «Molti residenti raccontano di messe nere nel Parco Nuovo Auspicio e dei tanti furti che avvengono ormai da anni. La gente protesta, ma inizia anche a essere sfiduciata: molti, a torto, non denunciano più i furti subiti» dice Salvatore Tosto, presidente dell'associazione «Ergazebo». Questa e l'associazione «Verde Nuovo Auspicio» rappresentano i residenti dei caseggiati cresciuti in zona negli anni Settanta. «La situazione è grave, le aggressioni avvengono anche sotto casa e non si può godere del parco e transitare nelle strade a causa degli alberi pericolanti. La maggior parte dei furti viene commessa dai nomadi del campo della Martora, noto luogo di spaccio», rimarca Angelo Guerrieri della Verde Nuovo Auspicio. Particolarmente pericolosi sono gli alberi piegati dalla bufera di oltre quattro mesi fa o che fanno da appoggio a grandi piante sradicate. «Da luglio chiediamo con urgenza la messa in sicurezza delle alberature – prosegue Guerrieri – Ci diamo da fare tenendo pulito il parco secondo convenzione con il Comune, pagando la sistemazione di tasca nostra, la manutenzione dei viali e delle panchine in pietra che, puntualmente, giovinastri capovolgono o rovinano. Però l'autorità deve fare la sua parte. Lo pretendiamo». La ErGazebo però non può temporaneamente provvedere alla cura del Parco: due giorni fa la sede è stata scassinata ed è stata rubata tutta l'attrezzatura da giardino. «La sicurezza qui ormai è un optional. Inoltre, sul pericolo dell'alberatura, il 6 luglio abbiamo inviato una lettera al Servizio giardini – dice Tosto –, dove spiegavamo come, dopo il nubifragio, nel parco e lungo le strade ci fossero abeti, cipressi e pini abbattuti e instabili. Nulla si è mosso». Poi le tante testimonianze sugli strani riti riconosciuti come messe nere. «Li vedi lì in circolo con lumi, torce, anche nella frazione del parco che appartiene all'Acea – sottolinea Sandro, residente in via Togni – Ci mancavano anche questi. Già non stiamo tranquilli per i ladri, neppure qui al terzo piano: ci siamo ritrovati uno zingaro nel balcone; si era arrampicato lungo la tubazione del gas». Nel parco ci sono prove tangibili delle messe nere. Nascosti fra rovi e sterpaglia bottiglie di liquori e ceri usati. Lì accanto un crocifisso capovolto assemblato con due rami legati: il braccio orizzontale fatto con un ramo tutto spine. Frutto di veri cultori di Satana?