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«Excuse me, where is piazza Navona?», chiede il giovane alto in scarpe da ginnastica al trentenne chino sulle riviste dell'edicola di piazza Colonna.

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Ementre gira di nuovo lo sguardo verso le riviste, con la coda dell'occhio nota altri adolescenti che sghignazzano dietro al giovane. Allora guarda il ragazzo in faccia e ancora il gruppo alle sue spalle. In un flash realizza che la pronuncia inglese della domanda era scolastica e in un italiano troppo corretto quella delle parole «piazza Navona». L'istante successivo il giovane ritenta in un perfetto italiano dallo spiccato accento romanesco: «Mi scusi. Non parlo inglese. Me lo può ripetere in italiano?». Dietro di lui gli altri cercano di contenere una gran risata coprendosi il volto con la mano un po' per la figuraccia, un po' per la "furbata". Il trentenne non realizza, crede sia uno sciocco gioco da ragazzi e manda lo spilungone a "quel paese" indicandogli la direzione con la mano. Il giovane chiede scusa, dice «non volevamo prenderla in giro! Il fatto è che veniamo da Ostia e ci vergognamo di chiedere indicazioni in italiano. Non sappiamo davvero dov'è piazza Navona». Allora il trentenne chiede all'edicolante: «Have you got a city center map?». L'edicolante gli porge la cartina. Lui paga e consegna lo stradario allo spilungone. Il giovane l'afferra, legge, storce la bocca e commenta: «Ma è in inglese!». «Le vie sono in italiano - dice il trentennne - Buona passeggiata».

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