Case Inps, occupazioni a colpi di mazze e picconi
Uominie donne che, con tecniche collaudate e l'appoggio di altri abusivi, espugnano gli appartamenti liberi per conto di poveracci pronti a pagare fino a 9mila euro per un tetto. Per loro non esistono inferriate, porte, né finestre murate: si occupa sempre e comunque, a qualsiasi ora del giorno. Il teatro degli scontri è sempre il complesso di palazzine Inps al civico 48 di via Petra, a Dragoncello. L'ultimo tentativo di occupazione risale a una settimana fa, lunedì scorso, in pieno pomeriggio. «Erano le 16,45 - si legge nella denuncia presentata ai carabinieri dal custode - quando due donne, una con in braccio un bambino di 3 anni, sono state scoperte e allontanate dagli interni 5 e 6 della palazzina F4. Per entrare nei due appartamenti hanno praticato un foro sul parapetto del terrazzo, già protetto da grate di ferro. Hanno usato una coperta per attutire i colpi e, una volta dentro, hanno sfondato la parete per occupare l'interno accanto, il 6». Per evitare che le donne si "accomodassero" definitivamente negli appartamenti, i due custodi e il vigilantes della Metroservice - pagati dall'ente pubblico proprio per scongiurare i continui tentativi di occupazione - sono intervenuti immediatamente finendo al pronto soccorso per gli schiaffi e i calci presi - a loro dire - dalle due, anch'esse accompagnate in ospedale». «La situazione, arrivata al collasso, nasce e si aggrava con la legge sulla cartolarizzazione che vieta l'affitto degli appartamenti - spiega il custode del condominio da anni vittima di minacce di morte e insulti da parte degli occupanti - Gli enti pubblici, in questo caso l'Inps, non possono cioè stipulare contratti nuovi: gli appartamenti si possono solo vendere all'asta o a chi già ha un regolare contratto d'affitto. Tutto questo - sottolinea - ha creato, a distanza di 9 anni dall'entrata in vigore della norma, un buco: molti interni, rimasti liberi, sono continuamente oggetto di tentativi di occupazione. Noi, portieri e vigilantes, non possiamo abbassare la guardia: muriamo porte e finestre, montiamo grate coi soldi dell'ente subendo insulti e minacce. Ma perché – si chiede – il racket delle occupazioni abusive nella periferia milanese è stato combattuto con una task force di avvocati, medici e forze dell'ordine mentre a Roma si continua a non far nulla?».