Fiera di Roma, stazione sterrata, buia e sporca
Plexiglass, alluminii, scale mobili e ascensori - che però non funzionano - e un maxi parcheggio: se non vedi subito i rifiuti, e non sai che la tecnologia c'è ma non funziona, almeno il colpo d'occhio è fichissimo, anche se per uscire dalla stazione Fiera di Roma «serve la scorta». Anche quando l'architettura è futuribile, il vecchio degrado resta il solito biglietto da visita per chi scende dal treno nel tratto tra Ponte Galeria e Fiumicino, dietro a Commercity, nello stesso quadrante commerciale di Auchan e Parco Leonardo, imperi dello shopping. Guardare per credere. Ci sono cumuli di immondizia accatastati sotto una ventina di minuscoli cestini, zeppi ben oltre l'orlo, piccoli e sicuramente pochi per una zona ampia come questa, che non sfuggirebbero nemmeno alla vista dei più distratti. Bottiglie e cocci rotti sono disseminati ovunque, anche vicino ai tre ascensori per disabili, che ieri mattina non funzionavano, insieme ai sacchetti con la spazzatura di casa da cui spuntano vecchi cartoni di detersivo, segno che i rifiuti non sono soltanto il souvenir dei bivacchi consumati nell'immensa area sosta. Ma i frequentatori della zona, però, sono certi di sapere chi è che li abbandona. «Laggiù, in quelle case abusive dietro la ferrovia ci dormono i clandestini» indica con il dito Pino, che fa il rappresentante, appena sceso dal pulman di Samuele, autista di un bus turistico, ieri in servizio navetta gratuito per la mostra felina «Yes, we cat» allestita alla Fiera di Roma. Da lunedì quel caseggiato senza porte ma con le persiane verdi chiuse, seminascosto alla vista dagli eucalipti è stato sequestrato. Fino a pochi giorni fa è stato come «una tana», ma il dubbio è che ci dormano ancora gli immigrati, «gli amici dei clandestini finiti al Cie», perché il Centro di identificazione ed espulsione è appena dietro la stazione, a poca distanza dalla nuova Fiera di Roma e da Commercity. «Passano di qua coi loro fardelli» racconta chi li ha visti, a patto di non rivelare il nome di chi parla, «perché non si sa mai, meglio essere prudenti» dicono. «Sostano nel grande piazzale per le auto, bevendo birra e mangiando panini, poi lasciano tutto in terra». Mentre una vecchia bicicletta è appesa come un quadro alla recinzione della banchina, lì da chissà quanto, e forse utilizzata come mezzo di trasporto di fortuna dagli extracomunitari che vivono nella zona. I pendolari l'hanno ribattezzata «la Tor di Quinto numero due». Perché come ai vecchi tempi dell'omicidio di Giovanna Reggiani, anche per uscire dalla stazione Fiera di Roma «serve la scorta». Ma se «non si vede con i propri occhi non ci si può rendere conto della situazione di degrado che persiste ormai da tempo presso la stazione Fm1 di Fiera di Roma» avevano spiegato a Il Tempo i residenti chiedendo un sopralluogo in «via Cristoforo Sabbadino», la viuzza che porta a un sottopasso della Roma Fiumicino, parcheggio di scambio naturale, fino a non molto tempo fa e collega con Piana del Sole. Ieri mattina siamo andati alla stazione e abbiamo capito perché «anche per gli uomini» sia «più sicuro non avventurarsi da soli», come ci avevano raccontato, mentre le donne che rincasano dopo il lavoro «sono costrette ad essere scortate da figli e mariti per paura di aggressioni», soprattutto «all'imbrunire - spiega Marco Rollero - quando la stazione è meno frequentata ed avviarsi in quella landa desolata per raggiungere l'uscita della stazione diventa un problema». I pendolari sono stati costretti a cambiare abitudini. «Qui l'ultimo treno passa alle 23.35 - spiega Rollero - e visto la totale assenza di illuminazione lungo tutto il viale e la più totale insicurezza che si è costretti a vivere ogni giorno, non ci si avventura quasi più nessuno» racconta. La strada, sterrata e senza illuminazione, è diventata terra di nessuno. «E questo non fa che incrementare il bivacco di vagabondi, tanto da diventare così teatro di pestaggi e di risse» mentre la radura si è trasformata in discarica. «Ci sono rifiuti di ogni genere tra la fitta vegetazione, che nessuno ha mai provveduto a regolare - dice - così il materiale di scarto proveniente per di più dai bivacchi continua ad accatastarsi». Ecco la richiesta. «Le istituzioni in particolare hanno il dovere di rimpossessarsi di aree dove la legge non è quasi più di casa - è l'appello al XV Municipio -, per cui si richiedono interventi stabili come le colonnine Sos, la videosorveglianza o la presenza di militari». Saliamo sul pulman di Samuele che ci porta alla stazione di servizio Auchan-Tamoil. E qui è tutta un'altra storia. Le lamentele ci sono ma per il cambio di viabilità di questo tratto della via Portuense, trasformato in senso unico da novembre dell'anno scorso «Ma ancora non ci siamo abituati a questo peggioramento» si lamenta al bar, Mario Coralli, consulente, che contesta una serie di «rotatorie a otto» che rischiano di farti sbagliare strada e di perdere la bussola. Ad essere penalizzati sono i residenti della zona ma anche «l'unico servizio della zona, un arco di 5-7 chilometri» dice il direttore del Risbar, Antimo Auletta. Si lamentano anche i pendolari. «L'unico autobus è molto distante dalla fermata del treno», e se non ci sono i bus navetta gratis istituiti dagli espositori bisogna andare a piedi.