L'Ara Pacis colorata come nell'antichità
Illuminatagrazie ad una nuova e sofisticata tecnologia virtuale che tirerà fuori il rosso della corazzata di Marte, il verde nel lussureggiante fregio vegetale che scorre lungo i lati esterni. Un ritorno all'antichità, perché dagli studi effettuati si può dire con certezza che la Roma antica amava i colori più accesi, che ha richiesto un finanziamento di circa 70 mila euro reso possibile dall'intervento dei privati, in questo caso Gros Supermercati, e dall'organizzazione di Zetema. Domenica prossima, precisamente alle 22, le luci che soltanto in parte illuminarono il monumento il 23 settembre 2008, giorno del natale di Augusto, si diffonderanno sul fronte occidentale e orientale dell'Ara Pacis per mettere in evidenza lo splendore dei pannelli di Enea sacrificante ai Penati, del Lupercale, della Tellus e della Dea Roma e infine del grande fregio vegetale. Alla fine della serata, spingendo un semplice bottone, si rispegneranno per poi riaccendersi in particolari occasioni. La scelta delle singole tinte, ha fatto sapere il soprintendente Umberto Broccoli, è stata operata sulla base di confronti con la pittura romana, specialmente pompeiana, studi condotti più tardi sui monumenti e ricerche cromatiche svolte sulle architetture e sulla scultura greco-romana. «La definizione dei colori è straordinaria. Se Augusto la vedesse non si arrabbierebbe». Anche se gli oltre mille anni di permanenza nel sottosuolo del Campo Marzio hanno cancellato dal monumento dell'Ara Pacis ogni traccia di colore, non esistono infatti dubbi sul fatto che in origine l'altare fosse variopinto. Questi colori sono stati così riportati alla luce da questa tecnica illuminatoria che viene applicata per la prima volta nella storia dell'archeologia su un monumento dell'età romana. «Un evento che si ripeterà in altre occasioni legate alla storia della città», ha detto l'assessore alla cultura del comune Umberto Croppi. Forse nelle festività, ha aggiunto Broccoli, e magari per il 21 aprile 2010, quando il monumento romano potrebbe ospitare il simposio delle religioni mediterranee ipotizzato dal sindaco Alemanno.