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Conti e società false Preso commercialista

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Siparla di 8 milioni di reddito personale (con nel garage auto Ferrari e Jaguar), 4 di Iva e 15 di imposte dirette evase al fisco. Con queste accuse, con questi numeri (27 milioni totali) e dopo due anni di indagini, i finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno messo agli arresti domiciliari un commercialista romano, P.T., 42 anni, residente a Valmontone, con studio qui e a Roma, e una base anche a Subiaco dove risiede il padre, interdettoai pubblici uffici dal momento che figurava amministratore delle sigle fantasma. Gli affari, però, il professionista pare li avesse intessuti con società di ogni parte d'Italia, da Milano alla Sicilia. Il sistema che aveva messo su era ingegnoso. Alcuni titolari di imprese di vari settori - alimentare, informatica, edile e altri - si erano rivolti a lui per la cessazione d'impresa. Il commercialista chiudeva i battenti della società, ma continuava a usare i loro connotati contabili per emettere fatture di forniture fasulle ad altre società. Il successivo meccanismo è quello che la Tenenza di Colleferro, che ha dato il via all'inchiesta, sta mettendo a fuoco. Le ditte acquirenti avrebbero preso le fatture per dedurre in bilancio i finti costi e quindi pagare meno tasse, concordando con il commercialista una percentuale di guadagno: se in media il cliente scaricava il 20% dell'importo della fornitura, il 10 per cento doveva andare al commercialista. Gli accertamenti sono ancora in corso. Fab. Dic.

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