Tomasone: «Ragazzini sempre più sedotti»
GeneraleVittorio Tomasone, il fenomeno è sempre più allarmante. «Il consumo dello stupefacente resta alto. E i minori sedotti dalla droga sono in aumento. Noi però non abbassiamo la guardia. L'attività del Comando provinciale di Roma è tesa a reprimere le attività illecite di traffico, detenzione e spaccio col doppio scopo di realizzare al contempo un'azione preventiva, una sorta di profilassi sociale». E la prevenzione riesce? «C'è una proficua collaborazione con le scuole, i presidi hanno aperto gli istituti ai militari che spiegano agli studenti i rischi per la salute, anche mentale, e le conseguenze penali alle quali si va incontro». I giovani denunciano nuovi disagi che li portano ad accostarsi allo stupefacente? «I figli sono egoisti, tendono a colpevolizzare i genitori dicendo che non sono presenti. In realtà i ragazzi che provano la droga pensano che non subiranno mai la disavventura capitata ad altri. E invece non è così, e quando succede il peggio, in quel momento il figlio torna a chiedere dei genitori. Oggi l'età del primo spinello è scesa a 13-14 anni. La speranza di un adulto è che il figlio smetta dopo dopo i 20». Come sono cambiati consumi e consumatori? «C'è un policonsumo. Se una volta si assumevano solo oppiacei, oggi la sera si usano anche sostanze stupefacenti sintetiche, come se fossero un incentivo al divertimento. Ma non è così. Spesso alla droga sono legati altri reati». Cioè? «Si associa all'alcol, talvolta è causa di incidenti mortali, allo stupefacente sono legati reati predatori: la rapina e il furto per comprare la dose. La droga è fattore moltiplicatore del crimine, socialmente pericolosa, distruttrice dell'individuo, contro la quale non esiste una ricetta risolutrice, ma serve che tutti facciano la loro parte». Fab. Dic.