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"Edilizia, ora demolire e ricostruire"

Fabio Rampelli

L'intervista Rampelli: «Nuova identità per le periferie. Così si salva l'Agro Romano»

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«Una nuova identità per le periferie è possibile solo recuperando il loro tessuto urbano affinché diventino il nuovo cuore di Roma». Fabio Rampelli, architetto e deputato del Pdl, ha presentato ieri il convegno "Un'altra periferia" insieme agli assessori del Comune di Roma Ghera e Corsini. Onorevole Rampelli, per recuperare le periferie è necessario demolire e ricostruire. È possibile farlo con gli strumenti e gli incentivi a disposizione? «Non con l'attuale Piano casa. Mi riferisco anche alle percentuali dei premi di cubatura. Il 35% in più non basta. Comune e Regione devono lavorare ancora molto su questo fronte per avviare un programma serio che riesca a coinvolgere gli imprenditori. E lo Stato, soprattutto in un momento così difficile per reperire fondi, non può essere d'aiuto». Per intervenire sulle periferie, pensate a operazioni di microchirurgia urbana. Eppure in questi giorni si è sentito più parlare di grandi interventi, come gli stadi. «Operare sulle aree periferiche significa rispondere a esigenze trasversali. La prima è la sicurezza. Penso all'illuminazione pubblica, alla creazione di servizi, centri di aggregazione. Ogni quartiere, inoltre, dovrebbe avere un centro storico. La periferia non può rimanere un non-luogo. Poi c'è il nodo delle infrastrutture. In alcune zone ci sono ancora strade non asfaltate o non ci sono proprio. Molti quartieri sono monofunzionali e ciò è negativo. È una realtà da affrontare. L'Amministrazione Veltroni non lo ha fatto lasciando la periferia in balia dei suoi problemi. L'altra grande questione, ricordata anche da Alemanno, è l'espansione della città a discapito dell'agro romano. Per evitarlo non c'è altra via che intervenire su quello che già c'è. Del resto anche il lavoro fatto da questa amministrazione sui Piani di zona risponde all'esigenza di reperire da un lato aree per l'housing sociale e dall'altra di non consumare ulteriore territorio». Anche le centralità non consumano ulteriore territorio perché già definite sul Prg. L'assessore Corsini, in merito, ha detto che «nel Prg c'è molta incertezza sulla loro funzionalità». Come uscire dall'impasse? «Le centralità, anche in virtù degli spazi a disposizione, ancor più delle aree da riqualificare possono diventare luoghi dove mettere all'opera l'ingegno degli architetti e sfruttare nuove tecnologie di bioedilizia. Sono una grande opportunità. Anche per gli stadi». Ma in molti casi non hanno infrastrutture. La riqualificazione delle periferie può passare dalle centralità? «Purtroppo sono state disegnate sul Prg senza prevedere un'adeguata rete infrastrutturale».  A questo si può rimediare? «Le centralità vanno forse ripensate concettualmente. Se diventassero quartieri dormitorio farebbero la fine di quelle periferie su cui oggi si è costretti a intervenire. Hanno bisogno di un'identità». Non crede che avere una funzione specifica possa dare un'identità? Diceva che le periferie devono diventare il cuore di Roma. E Roma è la capitale dei ministeri. Sarebbe possibile oggi decentrare i ministeri che ingolfano il Centro? «Bisognerebbe incominciare a pensarci molto seriamente».

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