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In preghiera per i corrieri della droga

Si vuole bloccare l'aumento di epatiti, Hiv e morti da overdose

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Pregavano per i corrieri della droga dei talebani. Prima di ogni consegna, nell'appartamento di via Torraccio di Torrenova, a Torre Angela, preso in affitto sei mesi fa, le nigeriane si mettavano in ginocchio davanti le immagini dei quattro evangelisti - Luca, Matteo, Marco e Giovanni — e a mani giunte chiedevano la loro protezione sul carico di eroina in viaggio, in macchina e su treni regionali: perché arrivasse a destinazione e perché non si rompessero gli ovuli con la preziosa polvere che il corriere aveva ingoiato e trasportava come una bio-valigia. I carabinieri della Compagnia di Frascati del capitano Giuseppe Iocoviello di santini ne hanno trovati a mazzetti. E gli scongiuri sono caduti nel vuoto, perché i militari hanno sequestrato anche lo stupefacente, circa un chilo e mezzo di eroina tra sacchetti e ovuli (foltre centomila euro di valore). Quattro gli arresti, tre uomini e una donna. Okeoma Peter Okechukwu, 44 anni, Nwagwu Henry Kelechi, di 30, Nwaebi Bigjoe (20) e Sam Gina (35). Il presunto capo, Okeoma, i carabinieri lo hanno rincorso a piedi, acciuffato grazie alla collaborazione di un operario nordafricano dalla bella falcata. Era ricercato da aprile, già sfuggito all'operazione «Viola» dei carabinieri del Ros sulla gang di nigeriani che da Castel Volturno, nel Casertano, gestiva il traffico di droga proveniente dai due mondi: Sud America e Asia. Le indagini dei carabinieri del Nucleo operativo del tenente Michele Centola sono partite a ottobre, dopo le morti di due persone. Il primo, 31 anni, il 17 ottobre, al Prenestino, e l'altro, di 36, il 20, a Tor Bella Monaca. I militari sospettano che la droga che si sono iniettati in vena faccia parte di una partita di qualità diversa dal solito, segno che chi spaccia in quelle zone sta trattando stupefacente appena arrivato, con un'elevata percentuale di purezza o tagliato con robaccia, forse anche calce. I carabinieri si mettono a pedinare. Non intercettano né mettono microspie. E arrivano ai nigeriani, ricostruendo la lunga rotta dell'ero. Il punto di partenza è la terra dei talebani, l'Afghanistan. Poi la roba giunge in Turchia, risale attraverso Grecia, Macedonia e Kosovo. Da qui parte per Bari, dove viene presa in carico dai nigeriani. Castel Volturno è la tappa successiva, dalla quale si scatena l'«effetto pioggia». I corrieri precipitano sulle piazze da rifornire come tante gocce: se ne possono fermare alcune ma non tutte. Si dirigono nelle province del Lazio, Roma compresa, nell'appartamento di Torre Angela.

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