Falda contaminata, un paese a secco
Ventimila persone da venti giorni non hanno l'acqua potabile, un intero paese, Colleferro, ad un passo dall'emergenza idrico-sanitaria: dall'acquedotto comunale gestito dalla Italcogim esce acqua non idonea all'uso umano, ricca di coliformi, escherichia coli ed enterococchi che ne rendono vietato l'uso anche per il semplice lavarsi le mani. La causa è stata identificata nel pozzo 7, scavato una quindicina di anni fa in località Valle SetteDue a un passo dal fiume Sacco, che pescherebbe a circa 70 metri sotto terra in una falda risultata contaminata dalle analisi effettuate tra il 26 e il 30 ottobre da Italcogim prima e nei controlli dell'Arpa fatti nelle fontanelle pubbliche e nelle scuole. Il gestore non sa ancora indicare quale sia stata la causa precisa che ha prodotto l'inquinamento, forse in settimana si potrà avere una risposta, ma la Rete Tutela Valle del Sacco chiede che vengano «verificati anche i pozzi per l'irrigazione, previsti dall'Ufficio commissariale per la Bonifica della Valle del Sacco». Il Comune ha attivato un numero per le emergenze e fornito acqua minerale alle scuole: «Una risposta insufficiente - dice Paola, madre di una bimba che frequenta l'asilo al II circolo - l'informazione è stata scarsa, siamo noi genitori a dover fornire i figli di salviettine o gel igienizzanti»; e con l'arrivo della pandemia dovuto all'influenza A si è creato un corto circuito: «Se mandiamo i bambini a lavarsi le mani prima della mensa - dice una maestra - poi però non sappiamo come intervenire: allora preferiamo lavarli con l'acqua delle bottigliette». Sola eccezione, il nido comunale gestito dall'Asper, che alle maestre da qualche settimana ha fornito le salviettine igienizzanti. «È tragico dirlo, ma ci abbiamo fatto quasi l'abitudine alla non potabilità dell'acqua», dice un dirigente scolastico e le sue parole disegnano bene un paese da 20 giorni senz'acqua potabile e senza potersi fare una doccia a fine giornata o lavarsi i denti: «È scandaloso che in tanti anni non si sia ancora trovata una soluzione - dice Simona - Ci siamo ormai dimenticati il sapore dell'acqua del rubinetto». «Due anni fa lo avevamo previsto - dice Vittorio Lupicuti dell'associazione Il Grillo Parlante - Organizzammo anche un convegno in Comune sugli acquiferi, ma è rimasto tutto lettera morta». Per cercare una soluzione, il Comune ha incaricato il professor Enrico Rolle del Dipartimento di Ingegneria dell'Università La Sapienza di Roma di studiare il problema nel suo complesso: «Stiamo valutando l'offerta del sindaco - dice il professor Rolle - Crediamo che ci si debba concentrare sulla necessità di verificare lo stato di efficienza della rete e studiare anche un assetto definitivo del sistema acquedottifero di Colleferro, magari collegandolo all'acquedotto del Tufano nel frusinate». Già perché sembra che uno dei problemi sia proprio quello di rivedere tutto il sistema, magari aggiungendo delle vasche di decantazione e cloroficazione od ossigenazione delle acque, che oggi dai pozzi passano quasi direttamente nella rete, come confermano dall'Italcogim, i cui tecnici continuano a lavorare attorno al pozzo 7 per cercare di capire come si sia potuti arrivare alla contaminazione batterica della falda. Nei prossimi giorni, la società Secosvim si è resa disposta ad offrire un suo pozzo e così ha fatto anche il Subcommissario per l'emergenza Valle del Sacco, Pierluigi Di Palma, che permetterà di utilizzare un pozzo appena scavato” conferma il sindaco Mario Cacciotti, che aggiunge che a breve inizieranno i lavori per il pozzo numero 8 e si sta studiando dove scavare il numero 9. Intanto per Colleferro inizia un'altra settimana senz'acqua potabile.