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In cella lo spacciatore dei trans

Trans via dei campi sportivi roma. (Foto Gmt)

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Non si ferma il giro di vite delle forze dell'ordine per combattere prostituzione e spaccio nella zona della Cassia. Tanto che l'altra notte è stato arrestato un altro pusher, considerato lo spacciatore dei transessuali brasiliani che vivono e lavorano nella zona di via Due Ponti. Secondo gli agenti del commissariato Flaminio Nuovo, che lo hanno ammanettato, Salvatore M., di 47 anni, svolgeva un'attività criminale uguale a quella di Gianguarino Cafasso, lo spacciatore deceduto lo scorso settembre e finito negli atti dell'inchiesta sullo scandalo Marrazzo. Anche Salvatore M., infatti, in base a quanto accertato dalle forze dell'ordine, era un pusher noto nella zona, che faceva anche da autista ai transessuali, ai quali poi cedeva la cocaina. Erano le 2,30 del mattino quando gli agenti della polizia di Stato hanno notato una vettura ferma sulla via Cassia, angolo con via Due Ponti. I poliziotti del Flaminio Nuovo hanno riconosciuto lo spacciatore, che era alla guida dell'auto e, una volta sceso dalla vettura, notato il suo stato di agitazione, hanno perquisito la macchina e lo stesso arrestato. Nei pantaloni il pusher aveva una «mazzetta» di soldi, 540 euro, e in macchina gli agenti hanno trovato 17 involucri di cellophane contenenti cocaina. Scoperti anche 17 guanti di plastica con le dita tagliate: la parte mancante era stata usata per confezionare le dosi di droga. In auto con lo spacciatore c'era anche un transessuale, Joselindo B.D.O., brasiliano di 34 anni, che però è risultato estraneo all'attività di spaccio. Il pusher è stato condannato ieri a sei mesi di galera e per il trans è stato emesso il provvedimento di espulsione. Anche questo pusher, dunque, vendeva la droga ai trans della Cassia e li accompagnava ai posti di «lavoro» e li riportava poi in casa. Stessa attività di Cafasso, il pusher morto in un albergo sulla via Salaria, colui che vendeva la cocaina ai transessuali coinvolti nell'inchiesta che ha portato in cella i militari per il presunto ricatto ai danni dell'ex governatore Piero Marrazzo.

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