Madonnina: un comitato per il restauro
Cresce l'attesa dei fedeli che vogliono che la Madonnina torni a vegliare sulla città dall'alta pendice di Monte Mario. In queste quattro settimane nessuno di certo è stato con le mani in mano, come si suol dire. Subito dopo la visita sul luogo del sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro e del sindaco Alemanno (nella foto durante un sopralluogo nei giorni seguenti il crollo) e dopo aver sentito i tecnici della Sovrintendenza, i padri oroniani hanno istituito un Comitato di esperti con l'incarico di gestire l'emergenza, a partire dalla richiesta a ditte specializzate di far pervenire la loro proposta operativa ed il relativo preventivo. «Ne sono arrivati parecchi - dice don Savino Lombardi, membro del Comitato - e martedì della prossima settimana il gruppo si riunirà per valutarli e stabilire quale o quali di essi risponde ai criteri di lavoro che crediamo sia opportuno realizzare. Vogliamo che gli interventi sulla statua e sul piedistallo vengano effettuati con le migliori tecniche e gli opportuni materiali. Non vogliamo assolutamente che fra cinquant'anni possa succedere qualcosa di simile. Dobbiamo prevenire ogni possibilità che si ripeta. Un'altra cosa che vogliamo sapere è se i restauratori potranno intervenire qui nel nostro istituto o dovranno portare altrove la statua. Dopo aver risolto tutti questi dubbi - prosegue il padre - il comitato si incontrerà con l'Acer, l'associazione dei Costruttori romani che si sono generosamente offerti di finanziare il restauro, con la Sovrintendenza ai beni artistici ed il Comune di Roma. Insieme sceglieremo la ditta che restaurerà la Madonnina». Era la mattina del 13 ottobre, giusto un mese fa. La Capitale era stata colpita fin dalle prime ore del pomeriggio precedente da un devastante nubifragio che aveva stravolto la città provocando ingenti danni materiali e persino la morte di una giovane. Due anziane signore della zona della Camilluccia mentre si recavano alla messa alzano come facevano di consueto gli occhi al cielo per rendere una preghiera alla Madonnina di Monte Mario e con grande sorpresa si accorgono che la statua non c'è più. Danno l'allarme. Corrono i religiosi, i collaboratori e ragazzi del Centro Don Orione e giunti in fondo al viale alberato dove si trova l'alto piedistallo e trovano l'immagine della statua caduta giù dalla torre, con le braccia rotte, e la parte retro della testa schiacciata. Alte le grida, qualcuno piange mentre altri parlano di cattivo presagio per la città. No, la colpa è del vento fortissimo del nubifragio e delle strutture portanti della statua corrose dalle intemperie. Scatta la solidarietà dello Stato, del Comune e della gente. Giunge presto, graditissima, l'offerta di Eugenio Batelli, presidente dell'ACER che mette a disposizione ben 80mila euro per il restauro della statua. «In attesa che inizino i lavori di restauro - dice don Flavio Peloso, superiore generale degli Oroniani - stiamo organizzando un grande omaggio floreale in occasione del prossimo 8 dicembre, una festa per i fedeli della nostra parrocchia e di tutta la città».