Piove, l'istituto Volta cade a pezzi
Scuole che sembrano terremotate anche a Roma. A Bravetta sono stati spesi 280 mila euro per rifare il tetto. Ma alla prima pioggia, l’istituto tecnico industiale Alessandro Volta, fra i migliori d’Europa, dove chi studia con profitto trova lavoro il giorno dopo, è stato chiuso per inagibilità. Controsoffitti crollati sui banchi, sulle sedie e sopra i computer, mentre un fiume d'acqua scorre nelle aule, nei corridoi e per le scale, e la luce va e viene a intermittemza. Sembra una scuola de L'Aquila. Invece le foto scattate da Il Tempo al Volta, testimoniano cosa succede nell'istituto tecnico industriale in via Bravetta 541 ogni volta che piove. Una scuola prestigiosa, realizzato nella Valle dei Casali in XVI Municipio nell'83 dall'architetto Luigi Pellegrin, dove chi studia con profitto «trova lavoro il giorno dopo», come raccontano gli ex studenti che oggi hanno i figli che frequentano la stessa scuola, perché sanno «che ne vale la pena». Lunedì mattina siamo andati a verificare il macello, sei giorni dopo la parziale chiusura dell'edificio - tutto il corpo centrale tranne palestra, aula magna e pian terreno - dichiarato inagibile martedì mattina dai vigili del fuoco. E abbiamo capito che il tetto del Volta, che fa acqua da tutte le parti, nonostante i lavori di riparazione costati circa 280 mila euro (come si legge sul sito della Provincia) è la pesante eredità acquisita dal dirigente scolastico Renata Tacus, preside del Volta da settembre 2008. «Un tetto che ha sempre dato problemi» dice, come segnalato anche dagli altri due presidi che si sono succeduti nell'incarico. Le famiglie sono preoccupate. «Cosa sarebbe successo se su quei banchi pieni di calcinacci fossero stati seduti i nostri figli al momento del crollo?» si chiedono i genitori degli studenti, alcuni dei quali hanno chiesto l'intervento dei carabinieri, una settimana fa. Da lunedì mattina i 340 studenti del Volta (di cui 122 trasferiti al Ceccherelli, l'altro istituto che dirige la preside Tacus dal settembre scorso), «sono in assemblea permanente» dicono Gabriele Serafini e Luca Gresta, rappresentanti degli studenti, che reclamano «il diritto a una scuola sicura». Ieri mattina la situazione al Volta era questa. «La maggior parte dei detriti è stata rimossa» spiega la preside, Renata Tacus. Ora serve la bonifica. «È tutto sporco, bisogna pulire» dice Tacus, che sottolinea che il problema persiste. L'acqua continua a cadere, «goccia a goccia» ma pur sempre minacciosa. «In queste condizioni è impossibile riaprire e comunque serve un'autorizzazione scritta della Provincia» dice la preside, che ieri sera stava scrivendo una lettera alla Provincia. Ma per la Provincia, che martedì mattina aveva preso parte all'assemblea nell'aula magna «per controllare lo stato dei lavori ed incontrare preside e alunni» il Volta avrebbe dovuto riaprire i battenti già da ieri mattina. L'istituto tecnico «riapre domani (ieri per chi legge, ndr)» aveva annunciato in una nota l'Ente locale l'altro ieri pomeriggio. «Gli interventi sono stati tempestivi e risolutivi - ha detto Massimo Caprari (Pd), presidente della Commissione provinciale - tanto che il rifacimento del tetto della scuola é stato ultimato con un mese di anticipo rispetto alla data prevista per la consegna dei lavori. Per questo, ringraziamo la Giunta Zingaretti, che prosegue, con determinazione, nell'impegno di riqualificare gli edifici scolastici di competenza provinciale e, nel caso specifico, ringraziamo per il pronto intervento anche gli uffici tecnici con l'ingegner Signoretti e il geometra Di Marco». Per Caprari «l'incontro si è svolto in un clima positivo e di piena, costruttiva collaborazione e accogliendo la richiesta della preside della scuola - ha concluso Caprari - l'amministrazione provinciale provvederà anche ad una verifica dell'intero impianto elettrico all'interno dell'istituto superiore». Ma la scuola ieri era chiusa. «Ho capito che l'acqua si incanala in certi punti dove manca la guaina impermeabile, quella compromessa è stata rimossa ma non è stata sostituita» dice Gianluca Puglielli, 38 anni, ex studente, oggi apprezzato service manager nel settore audiovideo, e padre di un alunno del Volta, che ha partecipato al sopralluogo con i tecnici della Provinica. «Ai miei tempi il Volta era una super scuola - dice - tra i migliori istituti tecnici europei, era la prima del centro sud: quello che gli accade oggi sembra uno sfregio». Passata l'emergenza, perché tutti si aspettano che ormai abbia i giorni contati, «bisognerà pensare anche ai vetri di quest'edificio di architettura futuribile, con l'idea di uno spazio condiviso come Corviale - dice - non si riesce a pulirli, bisognerà copiare i grattacieli di New York».