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Nuovo Prg, che confusione...

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Un'immagine di Roma dall'alto

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Che il nuovo Prg di Roma sarebbe stato per Alemanno una brutta gatta da pelare Il Tempo lo ha detto mentre Veltroni metteva il turbo all'approvazione del Piano in Consiglio comunale. La questione stadi è e ne sarà ancora un banco di prova. Se alla confusione di uno strumento che nasce invece per mettere ordine, si aggiunge la sovrapposizione dei vari Ptp, Ptpr, e le nuove regole provinciali, si finisce in un rompicapo sul quale, un po' per ripicche politiche, un po' per competenze, si sbatte il grugno. Così, ieri, il sindaco ha annunciato «una conferenza per porre un limite definitivo al consumo di agro romano», che suona più come una mano tesa al sottosegretario del Mibac Francesco Giro, che sulle aree agricole vincolate non transige. Ne ha approfittato l'ex titolare dell'Urbanistica Morassut ricordando in malo modo al primo cittadino che i limiti di espansione della città sono già stati definiti dal Prg. È pur vero, però, che la città, da qualche parte, dovrà pur espandersi. Anche se deve vedersela con un Piano, che Bibbia non è, ma che così come è stato approvato assomiglia più a un'iscrizione sumera.

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