Le sgozzò in hotel, ergastolo
MarcoCardia Non voleva essere lasciato dalla fidanzata e per questo Marian Negoita, 32enne romeno, l'ha uccisa nel gennaio 2008, sgozzandola con un rasoio da barbiere comprato qualche ora prima, ammazzando anche l'amica della ragazza con cui condivideva l'appartamento tagliando anche a lei la gola. Per questa vicenda lo straniero è stato condannato all'ergastolo per omicidio volontario premeditato e aggravato dai futili motivi. La sentenza è stata emessa dalla I Corte d'Assise, presieduta da Carmelo Rinaudo, che ha escluso per l'imputato l'aggravante della crudeltà, e lo ha condannato anche a risarcire il danno in sede civile, stabilendo anche che versi una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 30mila euro per i genitori delle due vittime costituiti parte civile nel giudizio. I fatti risalgono al 4 gennaio 2008 quando, secondo la ricostruzione dell'accusa Negoita, sotto l'effetto della cocaina, dopo aver comprato un rasoio si reca nell'appartamento all'hotel dei Mille, vicino alla stazione Termini, che condivideva con la fidanzata e con una connazionale, per aver conferme in merito al convincimento che la fidanzata avesse una relazione con un italiano e che quindi voleva lasciarlo. Giunto nell'appartamento lo straniero uccide prima Ionica Urda, di 21 anni, amica della sua fidanzata. La donna viene sgozzata mentre faceva la doccia. L'uomo aveva alzato il volume della televisione per nasconderne le urla. L'assassino era entrato nel bagno per tentare di far confessare alla giovane quella relazione che la 20enne Alina Clara Bulai aveva, secondo lui, con un italiano. Non essendo riuscito nell'intento l'uccise con taglio netto inferto alla gola con un rasoio. Quindi l'imputato entrò nella stanza dove si trovava Alina per convincerla a non lasciarlo, ma dopo una lite violenta, l'uccise come aveva fatto con l'amica. Dopo il duplice delitto l'uomo si recò nel posto di polizia più vicino perché sottoposto a obbligo di firma. In precedenza l'imputato era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale nei confronti degli agenti della polizia intervenuti mentre stava malmenando Alina, in strada, all'Eur. Alcune ore dopo il delitto l'uomo fu fermato nei pressi di Colle Oppio dai carabinieri. Interrogato confessò il duplice delitto tra pianti disperati e momenti di lucidità.