La ragazza ha il volto gonfio, sempre di più
Masbuffa il medico del pronto soccorso del Policlinico Casilino: «Tutti qui, questa è roba da medico di famiglia». Può capitare anche questo negli ospedali romani. Si va sotto choc per l'esplosione di un'allergia alimentare e si esce quasi rimproverati. È successo un sabato fa alla giovane Claudia, 15 anni, andata via dal Policlinico Casilino col referto del medico secondo il quale lei «non presenta edema del volto e delle labbra», e invece curata pochi minuti dopo dai sanitari del pronto soccorso del San Giovanni Addolorata con cortisone e mascherina d'ossigeno «per comparsa edema del volto dopo aver mangiato pasta col tonno». «È assurdo - racconta il padre, Mario Manzo, che annuncia denuncia in Procura e all'Ordine dei medici - Dopo pranzo, nel pomeriggio, notiamo un gonfiore sotto l'occhio sinistro di mia figlia, effetto che poi si estende al resto del volto. Corriamo al Policlinico Casilino - continua - I sanitari del Triage classificano l'urgenza in codice verde». Sono le 16,30. «Mentre aspettiamo il nostro turno gli infermieri sono professionalissimi: ci fanno entrare nella sala d'attesa pregandoci di tenere sotto controllo Claudia, e affacciandosi loro stessi ogni dieci minuti». L'orologio segna le 20,16: arriva il loro turno. «Il dottore - si sfoga Manzo - dà un'occhiata rapida a mia figlia, si gira di spalle e cominicia a dire: "Tutti qui... questa è roba da medico di famiglia". Io mi indigno, mia figlia sta male e lui neanche la cura». Il referto di dimissioni dice: «La paziente non presenta edema del volto e delle labbra, né di stress respiratorio. Non è possibile eseguire l'esame obiettivo in quanto il padre della ragazza inveendo contro la mia persona per motivi a me imprecisati si allontana». Infatti se ne va e chiama i carabinieri: arrivano e prendono a verbale il personale del Triage, mentre la ragazza e il papà corrono al pronto soccorso del San Giovanni. Sono le 21,41. Entra in codice verde con «tumefazione del volto dopo ingestione di tonno. Terapia: una fiale di cortisone da 4 milligrammi e un altro farmaco specifico, prescrivendo una compressa al giorno per quattro giorni di un altro prodotto.