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Diciamolo subito: il sindaco Alemanno e il sottosegretario ai Beni culturali Giro non si sopportano.

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Ilbello è che i loro contrasti non nascono da pregiudizi, magari politici. Assolutamente no: il fatto che uno (Giro) provenga da Forza Italia e l'altro (Alemanno) da An non c'entra niente. I loro dissidi, piuttosto, sono sempre ragionati. Allo stesso tempo immancabili. Dopo i duelli sull'agro romano e sui progetti per i nuovi stadi, ieri la contrapposizione è scoppiata per la candidatura regionale del Pdl. Tajani o Polverini? Questo è il dilemma. Il sottosegretario, che per primo ha «lanciato» la segretaria dell'Ugl, ha accarezzato anche l'idea di candidare il commissario Ue ai Trasporti. Qualcosa non dev'essere piaciuto ad Alemanno, che ha detto: «L'ipotesi Polverini mi sembra ottima, e non escludo altre ipotesi» ma «è la Consulta di Roma Capitale che abbiamo istituito, di cui Giro non fa parte come tutti gli altri membri di Governo, che esaminerà le ipotesi di candidature». Ma la Consulta è nata «con lo scopo di avere un confronto politico con il governo per predisporre i decreti attuativi della legge delega su Roma Capitale» e non per decidere le candidature, ha replicato Giro. Il sottosegretario ha dunque definito «incomprensibili» le dichiarazioni di Alemanno e non ha rinunciato a dare spazio a un sospetto: «A cosa è dovuta la stizzita reazione del sindaco di Roma in merito all'ipotesi Tajani?». Cose che capitano (sempre) nel condominio Italia.

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